Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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J'offendere 1' orgoglio degli altri, pare che lusinghi al contrario la vanità di ciascuno, perchè ciascuno vi trova con che formare un' alta idea della natura umana. Questi uomini sono nell'ordine morale, come quegli arditi monumenti che sorgono maraviglie dell' industria, e. che si dispera di veder riprodotti, e a' quali s1 attacca tutta V importanza della conservazione. La perdita fl'un genio simile , specialmente se dessa è improvvisa e precoce, cagiona un duolo universale . Ci sentiamo come toccjhi noi stessi dal colpo fatale che ne lo toglie, e ciascuno ne prova nel fondo dell1 anima un vóto paragonabile a quello della morte d' un amico, che in nessuna maniera si può supplire.
Tale fu appunto l'effetto della morte del Sanzio : tutte le testimonianze contemporanee chp ne vennero, testificano questo sentimento universale di dolore e di pianto. Uno presentiva che 1' arte della pittura avea perduto il lume che la rischiarava 1 ^ un altro vedeva la natura nel cordoglio j dessa temeva, secondo altri, di soccombere ella pure ^ come se quella morte fosse stata un flagello del cielo. Baldassare Castiglione scriveva alla marchesa sua madre: Ma non mi pare essere a Roma, perchè non vi è più. il mio poveretto Raffaello a. E così Roma non era più Roma, a parere dei più eccellente scrittore di que' tempi, perch' essa avea perduto quello che ne formava a' suoi occhi il lustro e 1' ornamento \i a Che quando gli occhi chiuse, ella quasi cieca rimase ». Vasari, ibidem, tom. 3.0, pag. 227.
a Vedi lettere del conte Baldassare Castiglione ecc. Padova, 1769, in voi. 1.0, pag. 74.
* Simili lamenti di afflizione e di costernazione furono pronun-
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