Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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ancora in alcane parti quell' ultima mano che deve aver ricevuta da Giulio Romano. Questa creazione immortale dell' arte, questa immagine quasi parlante, posta da eapo all' artefice morto, fece sugli astanti una impressione tale che il tempo non ha potuto per anco dissipare dalla memoria degli uomini*. L'allusione di tale riavvicinamento è stata lodata da una moltitudine di scritti, siccome il più bel tratto che ahbia potato inventare il genio della lode per onorare li funerali di un grand' uomo. Si crederà con facilità che dovette produrre un effetto maggiore del Panegirico di Paolo Giovio * : quello si fu uno di que9 tratti opportunissimi dell' eloquenza delle cose, e che trasse la sua virtù da una causa tanto più feconda, quanto fu più naturale e meno preparata, giacché tutto fu impensato in questa combinazione; e non si deve credere con alcuni, i quali hanno stimato di accrescere eziandio un tale effetto} che si sia portato il quadro a guisa di stendardo alle pompe funebri di Raffaello
* Vedi la nostra nota a pag. 34a.
** Chiudendo il Missirini la sua energica descrizione di questo quadro con parlare dell' influenza eh' ebbe un lavoro sì pellegrino a magnificarne il dolore della perdita d'un tanto uomo , dice : = « E certamente il vedere que' lagrimosi funerali resi illustri da un così splendido monumento, fu ad ogni anima gentile uno spettacolo più commovente , che le pompe funebri de*romani imperatori, seguite dalle immagini delle dome provincie, e de're barbari soggiogati. E tutti udivansi dire col cigno di Sorga = » :
» V allo e nuovo miracol, che a dì nostri » Apparve al mondo e star seco non volse, » Che sol ne mostrò il ciel, poi sei ritolse » Per adornarne i suoi stellali chiostri !
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