Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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per farlo essere a parte dell'onore che gliene veniva per un ingegno , che doveva a lui la sua prima direzione.
Sembra pure che non abbia giammai allignato in luiil sentimento dell' invidia : quantunque sia impossibile all' artefice il non confrontarsi con quelli che lo circondano , e che Raffaello vi si sia misurato} tuttavia la sua condotta e le sue opere possono servire a far ben distinguere nei loro effetti la nobile emulazione dalla bassa gelosia. L'invidioso deprime li suoi emuli, anche allorquando si arricchisce a loro spese: il rivale generoso non toglie a loro niente , di nulla si vale , e loro non deve se non la forza che acquista per combatterli} e quando pure ne trionfa, a loro stessi attribuisce la gloria de' suoi successi. Per tal modo Raffaello seppe approfittare degli esempli de' suoi contemporanei, ri-traendone li mezzi non di seguirli, o imitarli, ma di sorpassarli , combattendo contro di loro colle sue proprie forze } e , sempre giusto verso tutti, lo si intese ringraziare Iddio d' averlo fatto nascere al tempo di Michelangelo x.
Dotato d' una rara cortesia, anche verso coloro, cui appena conosceva, non si vide negare giammai li suoi servizj a nessuno } era sempre pronto a lasciare il suo lavoro , per prodigare li suoi consiglj ed anche li suoi disegni a chi gli domandava assistenza. Li suoi con-
i Lanzi , Storia pittorica ecc. tom. a.o pag. 71. = Alcuni non hanno tralasciato di lodare in lui quel nobile risentimento che poteano meritare espressioni ed opere inurbane; e ne riportano quell' ardita e nobile risposta data da Raffaello ad un cardinale , che criticava come troppo rosse le teste degli Apostoli Pietro e Paolo : « Si vergognano , gli disse Raffaello, perchè la Chiesa sia così male governata. »
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