Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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temporanei hanno vantato la sua grandissima amorevolezza verso tutti, la sua carità verso gli infelici : Celio Calcagnini ne racconta che un certo Fabio di Ravenna, vecchio d'una stoica probità, ma affabile e savio , era nutrito e mantenuto dal Sansio
Abbiamo già discorso della predilezione eh' egli avea per gli uomini d'ingegno d'ogni grado, che formavano la sua scuola numerosa, della buona armonia, o meglio concordia che avea saputo stabilire tra loro ; concordia tale, che non fu mai intorbidata dal menomo disgusto, dal menomo sentimento di gelosia. Il principio d'un sì raro accordo era nel carattere del capo, in quelle felici qualità , che gli guadagnavano tutti gli animi, in un'amabilità, cui definì sì bene il Vasari con dire, che fino gli animali Vonoravano , non che gli uominii Vedi l'Appendice, n.« la.
a Vasari, Vita di Raffaello, tom. 5.®, pag. 2*8.
* Raffaello era quello che chiamavasi volgarmente Compagnone : amava assai starsene in gran convento cogli amici suoi, che erano tutti maestri, ritraevano dalla sua indole, e viveano ad esso «morosamente devoti. Ma non si creda eh' ei perdesse il tempo in vani diporti, o pacchiamenti : ove anche avvenisse di' ei si trovasse con quelli in sull'osteria, ecco eh'ei disegnava sue invenzioni improvvise con quella grazia che avea da natura, e quella bravura che avea dall' arte : di questi disegni era largo a lutti senza invidia ; perchè 1' animo suo nobilissimo parca infuso Quindi può dirsi, che a proporzione del ricco peculio ch'.ei dove» lasciare, morisse povero. Senti fortemente la gratitudine, come k manifesto dall'avere rimunerato quale ri facesse contento del minimo servizio ; e daU' avere sempre osservato i suoi maestri. Noi vide «ai alcuno all' ira discorrere > tanto egli era adorno di mansuetudine ! E queste parole per noi raccolte qui registriamo a scuola ed^.ooQle
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