Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      Gli uni, precisamente perchè sono li più colpiti dall' altezza cui era giunto questo ingegno straordinario, in sì poco tempo nel più gran numero delle parti della pittura , pensano che vi sieno certe leggi comuni nel-1' ordine morale , siccome nell' ordine fisico \ ed applicano all' estensione delle facoltà della mente quella legge della natura che ha misurato la durata della vita, sopra quella dell' accrescimento, o dello sviluppo dei corpi. Essi credono conseguentemente che da questa grande precocità dell'ingégno di Raffaello, e della rapidità del suo accrescimento, debbasi conchiudere rjgoro-samente, che una vita più lunga non avrebbe potuto aggiungere nulla alla perfezione àelle facoltà che la natura 6Ì era affrettata di sviluppare in lui \ che per altro la sua carriera non fu coita, ma il corso del suo genio fu rapido: e per tal modo cercano essi di.raddolcir le tristi rimembranze d' una perdita, col diminuirle gli spiacevoli effetti.
      Secondo gli altri non deve essere quistione di sapere se Raffaello sarebbe giunto a quella perfezione assoluta, cui non lice all' uomo il pervenire, nè se in ciascuna delle parti principali della pittura, egli avrebbe uguagliato ciascuno di coloro, che non hanno primeggiato che in una sola di esse parti. Si tratta solamente di sapere, se con questa facoltà tutta particolare a lui solo di cangiar di maniera, vale a dire di combinare col fatto, e sempre di bene in meglio, le qualità diverse delle maniere degli altri, in quella sua propria \ egli non avrebbe potuto pervenire ad una riunione o più perfetta, o più compiuta, superiore in somma a quella «he distingue le sue ultime opere. Quindi a noi pare che il corso della sua mente tenda a rendere una progressione^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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