Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      » 467 «sil bello nell' imitazione, che riesce difficile lo stabilire un termine ai risultamenti d' una combinazione tanto rara : desso non entra neppure nell7 ordine delle sole probabilità. Sembra in fatto, che quello che fece il genio di Raffaello incessantemente, divenga non solo il pronostico ma la garanzia di quanto avrebbe continuato a fare ; ed è forse questo il caso di dire : Ab acttf ad posse valet conclusio.
      Quello che distingue Raffaello, e che si osserva in lui, allorché gli si tenga dietro fiuo da' suoi primi passi , è un certo equilibrio delle facoltà morali, d' onde risulta un giusto temperamento tra gli estremi, e per conseguenza una rara inclinazione a conciliare le qualità che paiono discordanti. Pare a noi che le differenti maniere , onde offrono la successione le sue opere, non fossero ^ cangiamenti reali, passaggi d' un genere all' altro , ma solamente nuove combinazioni di questi generi. Egli non suppliva con una qualità all'altra, ma temperava 1'una per 1' altra: non passava dal semplice al composto, dal dolce al forte, dallo studiato all'ardito, dal vero naturale a quello ideale , dal graziato al grandioso ma di tutti gli stili de'suoi contemporanei, se ne formò uno particolare a lui solo, e talmente proprio a lui solo, che se la finezza della critica fa conoscere qualche cosa di loro nelle sue opere, si può affermare che nelle loro non si vede niente di lui.
      Quantunque , e sull'appoggio delle nozioni storiche, e sulla realtà stessa dei fatti, si possa classificare in qualche guisa cronologicamente le varietà di stile o di gusto delle opere del Sanzio, e distinguervi quello accrescimento progressivo, di cui offrono li gradi principali quelle che noi abbiamo chiamate le sue tre ma-
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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