Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      Di poi si usò troppa arte, o se si vuole, troppo artifizio nella composizione, sia da parte degli uni, sottomettendola ad una specie di maniera troppo metodica, introducendovi troppa ricercatezza, compassandola con una cura troppo apparente, atta piuttosto a produrre alterazione nella verità; sia da parte degli altri variandone all' eccesso 1' aspetto e le linee dell' insieme, a piacere della fantasia e a diletto degli occhi, senza riguardo nè ai bisogni, nè alle convenienze dell' azione. Raffaello solo ha usato uella sua composizione la maggior arte possibile, senza che Y arte vi si faccia conoscere , la maggiore varietà, senza cbe vi si perda l'unione, la maggiore ricchezza e il minor lusso, il maggior grado di quella regolarità armoniosa all' occhio ed alla mente, e nella quale nè la mente nè 1' occhio trovano nè affettazione nè sforzo \Alcuni hanno fatto osservare, che Raffaello in generale aveva stabilito frequentemente nelle sue composizioni una certa regolarità di linee e di masse, tendente a produrvi un effetto più o meno simmetrico. Tale effetto si riconosce ne'quadri della disputa del SS. Sacramento, della Scuola d'Atene, del Parnasso, della Messa di Bolsena, dell'Eliodoro, in quattro o cinque cartoni, e in molti altri soggetti. In verità si può dire che tale partito di composizione piace naturalmente agli occhi, perchè rende facile l'atto di paragonare fra di loro
      * Parlando del carattere morale di Raffaello, gli fu applicato a ragione ciò che ne lasciò scrìtto Pitagora, essere la sua vita una perpetua armonia ; lo che, a parer nostro, si può applicare benissimo alla sua vita pittorica ; giacché si frammischiarono io esso armouicamente gli elementi tutti , affinchè si potesse innalzare la natura , e dire : zcco cn artista !
      ^.ooQie


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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