Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      te dal pennello que1 tratti che le caratterizzano: ma il più difficile in quello che costituisce 1' arte dell1 espressione , è appunto ciò che Raffaello quasi solo ha saputoper sè stesso, senza che vi sia bisogno innalzare questo a detrimento di quello ; ed anche non si può fare con sana argomentazione , perchè l'uno cercò d'assalire il cuore, l'altro la mente; uno si mostrò sempre in un torrente di luce piana limpidissima ; e piacque all' altro discorrere fra i fulmini. »
      « Che se per avventura mi opponesse taluno, che dato che Michelangelo abbia tant'oltre spinto l'espressione della forza, avrà in ogni suo lavoro consumato l'arte, e detratto molto all'effetto, nulla lasciando a desiderare e ad interpretare, la quale considerazione hanno tutti quelli che dell' effetto si conoscono : ma rispondo ch'egli con questo magistero ha anzi inteso ad allargare immensamente i termini dell' arte ed a condurre lo spettatore ad immaginar cose infinite. Ove l'immortale artista avesse recato 1' uomo sovra nm teatino di oggetti mortali e naturali, ne avria certo segnato i confini c ma ei trasporta Io sguardo e l'animo alla vista di cose sovrannaturali e intellettuali; e in questo caso, chi pone limite alle cose intellettc , le quali si stendono in infinito ? L' uomo è guidato da esso in un nuovo mondo : in un mondo metafisico , dico parlando sempre della Sistina, nel mondo dell'Alighieri , cioè degli spiriti infernali, degli spiriti celesti, delle anime beate, degli uomini tratti fuori de'sensi per sovrannaturale inspirazione ; ed in questi subbietti chi frena l'immaginazione di aggiungere ai motivi suoi quanto può forza di comprensione ? Egli trovò la via che ne conduce alle cose sublimi, e non ma* nifeste : ei ce ne apre la soglia, e 1' umana mente far può per questo sentiero quel cammino che più le aggrada, e già non arriverà mai al termine ».
      « Da questo ne deriva un'altra verità, cioè, che la forza del-1*animo di Michelangelo lo condusse anche all'eccellenza dell' i-dea: imperciocché non solo compose le parti che più belle sono in natura , in che dicono starsi l'ideale : ma fu costretto aucora a comporre soggetti, personaggi nuovi ; e dar loro atti, espressioni , pensieri veduti solo dagli occhi della mente. Ben tentaro-
      ^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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