Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
S> 487 ^fanno percorrere colla mente per tutte le gradazioni di esso. Egli sapeva che il pittore nelle sue immagini non deve meno del poeta ne'suoi carmi, abusare dell'attenzione, circoscrivendola in un solo punto, ed affaticare la stessa fibra colla continuazione del medesimo effetto ; sapeva inoltre che 1' unità d' azione, d' interesse e di sentimento non esclude le varietà d'incidenti, d' cpisodj, e di accessori, onde la mente ricreare da una sensazione, cui renderebbe penosa la sua uniformità.
Quindi noi 1' abbiamo veduto collocare nel primo pia* no della battaglia di Costantino il gruppo d'un padre nell' atto di togliere dalla mischia il proprio figlio. Forse sarebbe difficile il citare un tratto più ingegnoso di quello della donna , che sta nel mezzo della scena nel disegno della Strage degli Innocenti. Da tutte parti si veggono i carnefici, sitibondi del sangue delle vittime ^ disputare la loro preda alle madri, le quali non possono opporre al loro furore che una resistenza impotente^ Parecchie tentano pur di difendersi : 1' una piange sopra il corpo dell' esangue suo figlio \ l' altra, che tutto ha perduto, fugge il campo della carneficina : tutto ne dice che lo spaventevole decreto non può non avere la sua compiuta esecuzione; eppure il Sanzio ha potuto mescere al sentimento del terrore quello della speranza, nella figura di donna, la quale, in mezzo ai luoghi occupati da' loro combattimenti sanguinosi, s' avanza quasi in atto di correre verso lo spettatore : dessa con ambe le mani nasconde meglio che può il suo figlio nel seno \ li suoi occhi irrequieti vanno spiando d' ogni intorno li movimenti degli assassini } e ne fa sperare che potrà scampare
* Vedi la nostra nota a pag. 377 e seg.
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