Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      re onde Raffaello fu 1'antore, una ragione che lo possa appagare. Il perchè comprenderemo facilmente in qua! maniera, avendo egli a sua disposizione tanti mezzi d'esecuzione , tanti ingegni a lui subordinati, potesse moltiplicare il numero delle sue opere come fece ; in qual maniera il suo genio più libero nella facoltà del creare potesse abbandonarsi a tutta la sua fecondità; come da sezzo potesse produrre una serie di lavori tali, che par-rebbono dover eccedere massimamente al giorno d'oggi non solo il termine della più lunga vita d' un artefice, ma gli sforzi successivi di parecchi.
      Una tale spiegazione che si riduce al semplice fatto, ne conduce ad un altro genere di considerazione più importante, e che sotto un aspetto più esteso deve essere il risultamento morale di questa storia. Ogni storia in fatto può essere ridotta ad una sommaria istruzione, e lo storico non avrebbe adempiuto ad ogni suo dovere, se mancasse di dedurre dai fatti che ha raccontati alcuna di quelle conseguenze che possono servire di lezione pe' tempi in cui scrive.
      Presentemente che tanto si parla d'incoraggiamento nelle arti può ritornarne a vantaggio lo fissare un poco l'attenzione sul risultamento del quale vogliamo parlare , o altrimenti, sopra una delle cause principali, cui dobbiamo Raffaello, od almeno l'immenso patrimonio che ha lasciato alla posterità.
      E da bella prima, perchè non s'abbia come un caso raro ed un' eccezione unica nella storia delle arti la produzione numerosa delle sue opere, noi diremo, senza dame tuttavia le prove, tanto sono esse conoscinte da tutti, che questa grande moltiplicità di opere eseguite da un solo, fu precisamente ciò che distinse tutti li^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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