Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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V ora sesta era che V occaso un sole Aveva fatto, e Taltro scorse il loco Atto più da far fatti che parole.
Ma io restai pur vinto al mio gran foco Che mi tormenta, che dove F uom suole Desiar di parlar, più riman fioco. »
11 signor d'Agincourt ha copiato sopra un disegno di Raffaello due altri sonetti, eh' egli crede siano opera della fantasia di lui :
Come non podde dir Dei Paul come disceso fu dal celo Così el mio cor
Però quanto eh' io vidi e quanto io fei Pel gaudio faccio che nel petto celo ; Ma prima cangerò nel fronte el pelo Che mai robbligo volga in pensier rei.
* Noi avremmo potuto, volendo, compiere questi due sonetti, copiali da d'Agincourt e de* quali ha ristampato qui lo Storico francese le due quartine del primo ; perchè abbiamo sotto agi occhi il primo numero del Mercurio di Wieland dell* anno i Soi uel quale furono pubblicati dal defunto Fernow ; la ristampa fattane in Francoforte sul Meno da Taurisco Euboeo, alla fine della sua prefazione premessa al Catalogo delle stampe intagliate sopra gli originali di Raffaello ; e di più una copia di essi fatta colla massima fedeltà, con tutte le varianti , i pentimenti e le correzioni, mandataci dal river. P. Luigi Pungileoni con sua lettera di Napoli aa seltemb. 1837; ma con tutti questi soccorsi non ci siamo potuti persuadere alla ripubblicazione di essi; tanto ci sono sembrati lontani dalla menle altissima del nostro Sanzio. Non volendo attenerci per altro al nostro solo giudizio , siccome abbiamo praticalo in lutto questo nostro lavoro, abbiamo voluto^.ooQle
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