Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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fatilo cos} il Conte scrisse della morte di quello in bellissimi versi, cbe seguono ; come il Bembo in prosa ; l'Epitaffio :
Quod lacerura corpus medica sanaverit arte E Giorgio Vasari di ciò fa testimonio nelle sue Vite de1 Pittori e Sculturi ; nella terza ed ultima parte delle ultimamente stampate. Così con le penne, e coi pennelli si diedero immortalità nelle carte, e tele fra di loro, in virtuoso testimonio di vera e santa amicizia.
Tratto dalle Poesie volgari e latine del conte Bai-dassar Castiglione corrette, illustrate ed accresciute di varie cose inedile ecc. Roma 1760, pag. 182 e seg.
Baldassare Castiglione finge che la contessa Ippolita, moglie di lui, abbia scritto a lui stesso assente li versi seguenti, in onore di Raffaello. Vedi ediz. citata delle Poesie del Castiglione pag. 178, annotazioni.
Sola tuos referens vultus RAPHAELL1S imago,
Pietà manuy curas allevai usque meas• Huic ego delicias facio , arrideoque, jocosque Alloquor ; et tanquam reddere verta queat Assensu , nutuque mihi saepe illa videtur Dicere velie aliquid, et tua verba loqui. Agnoscit, balboque patrem puer ore salutat : Hoc solor longos decipioque dies.
II signor Antonio Mureto, così fa parlare Raffaello stesso in un epitaffio di sua composizione:
Sic mea Naturam manus est imitata, vide ri Posset ut ipsa meas esse imitata manus., Sape meis tabulis ipsa est delusa , suumque Credidit esse , mea: quod fuit Artis opus : Miraris , dubitasque : audito nomine credes.
Sum RAPHAEL, hei mi quid loquor? immo fui.
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