Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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non saprebbe*! toglierne, nè aggiungervi la più piccola cosa senza guastarla.
(Vedi a pag. 36 n.)
Intorno a' ritratti d'Agnolo e Maddalena Doni tornati d' Avignone a Firenze.
All' Illustratore italiano della Storia della Fila e delle opere di Raffaello
Giuseppi Montami.
Non farmi dire , Cecco mio caro. Vuo' tu eh' io mi muti in topo o farfalla, per entrare da'palchi o dalle finestre quando gli usci sono serrati ? S'io potessi ficcare nn istante questi miei quattr' occhi ove stanno i due nuovi quadri di Raffaello, vorrei proprio tenerli qui fissi nella volta del mio scrittojo, per contemplarvi queste belle pitture della scuola del maoinatore di Margaritone ! Sono sei o otto mesi , eh' io spasimo di vedere que' due quadri ; e se ancora non gli ho veduti, di' pure che la gran voglia non m' è giovata.
Ogni di (guarda se mi manca stimolo, al desiderio) m'occorre di passare davanti alla casa eh' era dei Doni, i quali abitavano qui nel popolo di San Jacopo tra Fossi, e proprio a sommo del corso de'Tintori ov' io abito. E passando e fantasticando, com* io fo sempre, mi pare di scontrarmi talvolta in quel caro Angioletto di Raffaello , il qual viene lesto lesto per far 1' opera sua con inesser Agnolo e madonna Maddalena che l'aspettano. - Buon giorno, Angioletto vero , sto per dirgli sorridendo. Poss' io per^.ooQie
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