Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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« estere slimata secondo la sua prima causa, o per buona o per * cattiva, così devesi preferire nella pittura 1' ornamento alla « necessità. E perciò (la conclusione non pare troppo secondo « le regole cCAristotele) e perciò è più stimabile il pittore che « ha molto dell'ideale, di quello che non possede se non la mera « imitazione » >.
Perchè reggesse bene il confronto, converrebbe poter dire: è più stimabile il pittore che ha il mero ideale, di quello che non possede se non la mera imitazione. - Ma lasciando anche questo, il citato principio contraddice a quell' altro di Mengs : « Vi è bellezza in tutte le cose, giacché la natura non fece
« niente che fosse inutile.....ma tutti i corpi non possono
« essere egualmente belli e perfetti » a. - Ed altrove : « La « bellezza, chi la cerca, la trova in tutto , poich' ella è la luce « di tutte le materie, e la similitudine della stessa divinità » 3.
Altri da questo passo potrebbe conchiudere : Se nelle cose della Natura , cosi com' elle sono, è sempre una vera bellezza ; se, vani essendo i fini delle cose , varii esser debbono i gradi del Bello ; se il Bello ideale, cioè il sommo bello in ogni genere , che è un solo, condurrebbe a certa uniformità fatturata e noiosa, a che dunque servirà V ideale?
Qui si presenta una nuova questione, che di tutte le questioni è quasi sempre l'ultima a farsi: voglio dire, saper di che cosa si tratti. « Per ideale, dice Mengs, io intendo quello che si vede « soltanto colla imaginazione e non cogli occhi : onde l'ideale « della pittura consiste nella scelta delle cose belle della Natura, « depurata da ogni imperfezione » 4* - Vale a dire , che 1' uo-
i Del Gatto , cip. iv.
a Della Bellezza , cip* ir*
S Iri , cap. in.
4 Prègi « difetti dì Raff. D. V. — Egli è vero che l'arte rende (per
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