Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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k' aver bene studiato facce d'irato o d' amante, farebbe cosa in-tolerabile.
VII.' Che se si prenda materialmente alla lettera le parole: copiar la natura, vale a dire ritrarre un oggetto non solo nella sua forma, ma nell'affetto ch'egli, nell'atto del dipingere, presenta ed ispira, questo è impossibile, poiché molte volte con-vien dipingere oggetti non mai veduti, sebbene aventi qualità già vedute. Ma se s'intenda che l'artista possa usare una forma, un affetto, di cui non ha veduto in natura il modello quando che sia, come vogliono i difensori del Bello ideale, qui comincia l'inganno.
VIII.° Che altro è la concezione intera, intuitiva d'un tutto; altro è la penosa cura di raccogliere qua e là delle parti, perchè n'esca un tutto bellissimo : la prima è 1' operazione del genio , la seconda è una chimera impossibile.
IX.° Che se di qualche pittore si narra che da più corpi rao ' cogliesse il tipo d' una sola bellezza , non è già da credere, che costoro togliessero, come Senofonte e Platone figuratamente dicono , una parte di qua, di là un' altra ; è bensì che volevano per questo mezzo aiutarsi alla concezione d'un tutto ; e scegliendo di quelle beUlzze diverse una sola, questa prendeano principalmentea modello, dell'altra servendosi comedi scorta, a conoscere con più sicurezza e ad imitare con più precisione quelle parti che nell'una erano belle veramente; poiché la bellezza consiste in ciò eh' è comune.
X.0 Che quand' anche si voglia concedere che il pittore possa purgare i difetti della natura , e far meglio di lei ; questo non 'toglie che, in quanto al resto, il copiar la natura qual è non sia il meglio : se però non si creda che la natura è più difettosa che bella : poiché allora non ci sarebbe più luogo a questione.
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