Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      Ora avvenne, che anche Raffaello passò di là in quella apposto , che la giovinetta era nella corte, e credendo non essere veduta si lavava i piedi all' orlo del Tevere, conciossiachè il patrio fiume baciava l'area dell'orticello. Rialzatosi il Sanzio sul picciol muro vide la giovine, e attentamente l'esaminò, e come quello, che era istraordinariamente vago delle cose belle, trovandola bellissima , di quella tosto innamorò , e pose in essa tutto 2 suo pensiero, nè ebbe pace finché non fu sua.
      Dato adunque il cuor suo a questa donna , la trovò vie più gentile e di forte carattere, che alla sua condizione non ama creduto convenirsi ; perchè si accese di giorno in giorno in maggior /uoco, e ne anche più sapea applicarsi all' arte senza la sua compagnia: della qual cosa accortosi Agostino Ghigi, che allora facea operare Raffaello alla Farnesina, procacciò di' ella vernasene ogni giorno a starsene con Raffaello.
      Ora dimorando assieme il valent' uomo le acquistò l'immortalità del nome, e col suo grido, e colle sue opere : e come far sogliono gli innamorati, che non sapriano muovere ragionamento, ove non entrasse l'oggetto della loro affezione, eoa Raffaello piò non seppe dipingere se non parlava dell' amata sua col linguaggio dell'arte. Perciò più volte la dipinse, e la introdusse nel gran fresco dell'Eliodoro, opera somma, die vince la prova dell' altre» ove la Fornarina è dipinta con tale agilità di movenza, ch'io ho sentito più volte dire al Canova esser quello il più bel corpo mosso da Raffaello sotto le sembianze della donna sua : e la pose nel gran quadro della Trasfigurazione : e la ritrasse a parte in magnifica tavola porta in dono a Taddeo suo amicissimo a Firenze : e finalmente la collocò nel Parnasso sotto il simbolo di Clio : e questo fu veramente il ritratto più vero sì dd volto, sì della persona della Fornarina. Cosi egli la sublimava, come in apoteosi, nelle sue opere più dassiche.
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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