Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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Ora io ragiono in tal modo. Ognuno sa di qual santo amore furono stretti insieme i petti del gran Buonarroti, e di Vittoria Colonna, eh'ei fece segno al suo canzoniere: ognuno sa che il valente artista confessa in un madrigale avere operato in disegno il ritratto della Marchesana : e parimenti è nota a tutti la consuetudine , che passava fra Michelangelo, e Bastiano del Piombo. Non è adunque questa congettura destituita affatto di base. Oltre che trovo nella tavola di Firenze il largo stile del fare michelangiolesco nella posa ; la fierezza, e sublimità del suo concetto nel-l'atto e nel sembiante, e la bravura del colorire veneziano. Nfe voglio lasciar di osservare essere verosimile, che la Marchesana fosse di questa fòrza di eqnatlere, se collocò la fede nuziale in un guerriero valentissimo, è il suo affetto in un anima terribile, come quella di Michelangelo. Amore nasce, e si nutre di somiglianza.
Mi so bene, che questa opinione mia farà alzare alte grida, massime ai Fiorentini: ma che mancamento ne verrà loro, se la tavola non lascerà per ciò d'essere opera di primo rango, anzi per la rarità diverrà più cospicua, rade essendo le pitture di Michelangelo? Quando tolsi.a definire in modo sicuro l'immagine di Raffaello, e mostrai lo sconcio di volerla confondere con quella dell' Altoviti, similmente se ne menò rumore ; ma al fine ora si pare, che gli stessi Toscani si pongano dal mio lato dopo il libro del Moreni. In qualùnque modo mi sarà sempre cosa lietissima l'andar pensando , eh' io mi sono studiato, in quanto a me identificando i ritratti di Raffaello e della Fornarina, di riaWicinar pure dopo morte queste due anime gentili, che amore tanto in questa vita annodò. t Roma, 27 aprile 1806.
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