Il nostro giornale non è ancora riuscito a mobilitare attorno a sè le forze del Partito per dare maggiore sviluppo alla sua diffusione, per infondergli maggiore forza di penetrazione (...) l'organizzazione del Partito dovrebbe essere sfruttata maggiormente per suscitare attorno al giornale un interesse più profondo da parte di tutti gli altri strati della popolazione (...). (75)
La relazione tra la redazione ed il Partito è ritenuta fondamentale, per cui l'assenza di uno stretto coordinamento è lamentata in ogni paragrafo ed è una costante anche nei documenti successivi, sebbene declinata diversamente a seconda della posizione dell'estensore del documento. In particolare, tra la documentazione ufficiale del PCI ligure possiamo trovare numerose critiche di Secondo Pessi, (76) segretario regionale del PCI, "avversario" di Adamoli in Liguria. (77) Infatti, in un documento del 1951, dopo un plauso al quotidiano, che "si è acquistato nella nostra regione prestigio e autorità" e porta "a migliaia di lavoratori l'indirizzo del partito", (78) il segretario ricorda ai "compagni redattori" che per difendere tale linea politica in maniera efficace e continuativa è essenziale mantenere attivo il legame con le organizzazioni di partito. (79) Nel 1953 l'analisi viene meglio precisata come una critica allo scarso funzionamento della cellula de “L’Unità” in un rapporto al Comitato federale del partito. (80) Pessi qui esprime con chiarezza la duplice funzione del giornalista militante:
* * *
(75)
Ibidem.
(76)
Secondo Pessi (Asti 1905 -Genova 1975): iscritto al PCdI dal 1925, dopo un periodo di esilio a Parigi torna in
Italia nel 1935 per riorganizzare il partito clandestino in Venezia Giulia. Arrestato, torna ad Asti nel 1941 grazie
all'amnistia e dopo il 25 luglio 1943, durante i 45 giorni del Governo Badoglio, "rappresenta il PCI nel CLN
regionale ligure, operando (col nome di battaglia di “Mariani”), per l’intero periodo della Guerra di
Liberazione". Dopo la Liberazione torna "in Liguria, per sostituire Remo Scappini come presidente di quel
CLN. È il settembre del 1946 quando subentra ad Agostino Novella, come segretario della Federazione comunista
genovese. Diventa poi segretario regionale, membro del CC del PCI (riconfermato in tre Congressi), consigliere
comunale di Genova, deputato per due Legislature e poi senatore. Nel 1955 Pessi è a Roma, cosegretario, con
Giuseppe Di Vittorio, della CGIL. Nel 1962, per disaccordi politici, lascia il e passa al PSI". (Isa Sivori
Carabelli, Testimoni del tempo e della storia, Sarzana, Tipografia Alpicella, 2005).
(77)
Il contrasto tra Adamoli e Pessi è testimoniato anche da A. Tortorella. "Il nostro sindaco era Gelasio
Adamoli, allora un po' l'antagonista politco del segretario regionale, Secondo Pessi, un fedele di Secchia. Non
c'erano correnti, ma lo stesso contavano punti di vista diversi, e c'erano divisioni". (Cfr. Intervista ad Aldo
Tortorella Togliatti e la balena, in Paolozzi L., Leiss A., Voci dal quotidiano.”L’Unità” da Ingrao a Veltroni,
cit., pp. 63-64).
(78)
(Ibidem, p. 45 e 46). In particolare, S. Pessi fornisce quale dato di diffusione della testata 45-50 mila copie
giornaliere.
(79)
Genova per la pace, il lavoro e la libertà. Relazione e conclusioni di Secondo Pessi al congresso federale
del PCI, Genova 8-11 genn. 1951, supplemento al num. 14 di "La nostra bandiera". Il documento è stato
consultato al Centro Ligure di Storia Sociale, nella sezione Miscellanea B.
(80)
Per L’Unità della classe operaia e del popolo genovese -Rapporto al Comitato federale genovese del
PCI, 18 ottobre 1953.Il documento è stato consultato al Centro Ligure di Storia Sociale, nella sezione
Miscellanea, collocazione: 010741 Misc B 1271/1 010747 Misc B 1271/2.
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