Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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"Senza dubbio, la direzione e la redazione dell’Unità formano un organismo politico-tecnico del partito nel campo giornalistico, che ci assicura l'uscita non solo di un giornale, ma del giornale che esprime l'orientamento politico del partito". (81)

     Il lavoro redazionale non è però sufficiente : deve essere sempre accompagnato da un dibattito sulle tematiche politiche nell'organismo di base a ciò preposto, appunto la cellula:

Anche se nella riunione di redazione si discute del rilievo da dare nel giornale a un determinato pezzo, di come presentare un determinato avvenimento politico e quindi evidentemente si parla di quell'avvenimento, ciò non significa ancora che si fa la politica del partito, che si fa un efficace lavoro di orientamento politico. La politica del partito la si discute nelle organizzazioni del partito. (82)

     Anche il Manuale del corrispondente dell’Unità, che analizzeremo nel prossimo capitolo, è chiaro sulla necessità di due o tre riunioni di redazione quotidiane, per organizzare e dare uniformità al lavoro collettivo dei compagni-giornalisti: ma il collegamento con la Federazione del Partito resta imprescindibile, per una lungimirante pianificazione dei servizi che ne prepari l’azione politica. (83)
     Nel concreto, il lavoro della cellula si affiancava sempre a quello giornalistico, "le riunioni di partito (...) presiedute dal capo-cellula; quelle redazionali, almeno tre al giorno, dal direttore". (84) Vige infatti una forte disciplina di partito, i redattori sono "rivoluzionari di professione" e per questo condividono la linea del partito e accettano stipendi e condizioni lavorative sicuramente inferiori a quelle usuali. (85)

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(81) Ibidem, p. 37.

(82) Ibidem.

(83) Manuale del corrispondente dell’Unità, redatto a cura dell’Associazione nazionale Amici delL’Unità, Roma, 1952. (Consultabile presso il CLSS, Fondo Adamoli, cartella 5 bis, busta 9 “L’Unità quotidiano”, pp. 19, 20 e 56, 57).

(84) A. Gaudenzi, A Genova gli operai non ridono,cit., p. 98. Gaudenzi ricorda :"l'estenuante fatica che si sommava al lavoro quotidiano, di partecipare alle riunioni che si succedevano l'una all'altra, a valanga, di primo mattino, al pomeriggio, di sera, di notte, a qualunque ora per ore ed ore"; la chiusura della riunione di partito avveniva soltanto ad ordine del giorno esaurito, esaurimento che spesso coincidevacon l'esaurimento fisico dei compagni, stremati dallo sforzo di aver ascoltato (...) gli interventi oratori di almeno 40 dei 50 presenti" su problemi di politica nazionale e internazionale.(Ibidem, p. 99).

(85) Paolozzi L., Leiss A., Voci dal quotidiano, cit., p. 20.