Queste critiche esprimono il diverso orientamento che le varie componenti del PCI (perchè di fazioni ancora non si tratta) volevano imprimere a "L’Unità”, così come al Partito stesso: la dialettica tra chi (come Togliatti, come Adamoli) aveva in mente un giornale nazional-popolare, moderno, di massa, "che parlasse alla gente, che scavalcasse le file dei comunisti per rivolgersi a tutti" (86) e chi invece voleva un canale di informazione per le direttive politiche; un giornale serio, di servizio, che raccontasse la vita di partito, le notizie sul dibattito parlamentare e le 'conquiste' dell'Unione Sovietica e dei paesi di democrazia popolare : "Roasio, Donofrio, Colombi, in parte Secchia (...) avevano in testa un giornale pedagogico e (...) ispirato chiaramente al modello dei giornali sovietici". (87)
Le critiche si rivolgono infatti, spesso, all’insufficiente inquadramento politico dei fatti, anche di cronaca. Si può leggere, in uno dei documenti citati (88) che sulla pagina di cronaca non si sente "la presenza della politica del Partito", si commettono "errori di valutazione sul materiale politico" e la pagina "non si presenta come una pagina di lotta di un partito all'avanguardia". (89)
Le censure a “L’Unità” sono ancor più pesanti quando provengono dall'Unione Sovietica: il malcontento del Politbjuro viene veicolato da Judin e Suslov (quest’ultimo, rappresentante del partito comunista russo nella segreteria dell'Informbjuro, nonchè ideologo del comunismo russo dopo la morte di Zdanov): i due, alla riunione del segretariato del Cominform a Sofia di fine novembre del 1950, impostano una dura requisitoria su “L’Unità", alla presenza di Ingrao e D'Onofrio. (90) Si rileva un giornale in cui è: "insufficiente la popolarizzazione dei successi nell'edificazione del comunismo in URSS e del socialismo nei paesi di democrazia popolare (..) scarsa la propaganda del marxismo-leninismo, scarso rilievo alla lotta ideologica contro il titismo". (91)
* * *
(86)
Intervista a P. Ingrao in Paolozzi L.,Leiss A., Voci dal quotidiano”, cit., p. 23.
(87)
Ibidem.
(88)
L’Unità. Dal II al III congresso provinciale della Federazione Genovese del Partito Comunista Italiano.6-8
dicembre 1947, cit., p. 3.
(89)
Ibidem.
(90)
(G. Gori, S.Pons, Dagli archivi di Mosca, cit., p.190). I precedenti: il 21 settembre, il presidente della
commissione per la politica estera del CC del Partito Comunista dell'URSS, V.G. Grigor'jan, aveva inviato a Stalin
una nota in cui "si proponeva di esaminare la questione dello stato e dei compiti della stampa comunista, una
volta ascoltate le comunicazioni dei rappresentanti dei partiti comunisti" [italiano e cecoslovacco, ndr]. Nella
deliberazione del Politbjuro del 28 ottobre, con cui si convoca la segreteria dell'Informbjuro, si richiede a Suslov di
introdurre nell'ordine del giorno di tale riunione una relazione dei responsabili degli organi centrali del PCI
("L’Unità") e del partito comunista Cecoslovacco ("Rudé Pràvo"). (Ibidem, nota 125 pp 436-437). La cancelleria del
Cominform, nel corso della preparazione della riunione della segreteria dell'Informbjuro, mette a punto una rassegna
de “L’Unità” dell'anno 1950, una descrizione del quotidiano e una descrizione di Pietro Ingrao in cui si legge:
"(...) nel suo lavoro di direzione del giornale Ingrao permette molti errori. Egli ancora non comprende a
sufficienze il ruolo del direttore comunista di un organo centrale del Partito comunista e copia, in grado
significativo, i procedimenti e i metodi dei direttori dei giornali borghesi. Molti funzionari responsabili del CC
hanno osservato che è difficile accordarsi con Ingrao sulla pubblicazione di importanti articoli e informazioni di
natura politica, in particolare se si tratta di articoli di teoria o sulla vita del partito, i quali, secondo Ingrao, non
interessano le masse dei lettori. Quando gli dicono che lui dà poche informazioni sull'Unione Sovietica, Ingrao
riconosce la giustezza della critica, ma non assume le iniziative necessarie, temendo gli attacchi della stampa
reazionaria. Il compagno Togliatti presta personalmente un grande aiuto a Ingrao nella direzione del giornale".
(Ibidem). La risposta di Ingrao è contenuta nell'intervento alla riunione della segreteria del Cominform (22-24
novembre 1950), conservato dall'archivio Rossijskij Centr Chranenija i Izucenija Dokumentov Novejsej Istorii, a
Mosca. (Documento 37, riportato alle pp. 399 – 414 dell'opera citata).
(91)
La presa d'atto dell'"assise bulgara" da parte dei comunisti italiani è riportata sui verbali della direzione del PCI,
6 dicembre 1950 (Ibidem, p. 190).
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