La terza pagina diventa quindi il "luogo" in cui radunare "tutti gli intellettuali e tutti gli artisti onesti(...) che siano in grado di contribuire sul piano culturale all'educazione delle masse" (143) contribuendo a rafforzare quel legame tra questi e la classe operaia e - in ultima istanza - ad avvicinarli "al Partito e alla sua ideologia d'avanguardia". (144)
La stessa redazione de “L’Unità” genovese, come abbiamo visto, ospita le firme di intellettuali di prestigio, molti dei quali iscritti al PCI, la cui partecipazione si intensifica nel biennio 1946-48. (145) In tale contesto si inquadra il premio letterario de “L’Unità”: peculiarità dell'edizione genovese, organizzato dal direttore del periodo immediatamente postbellico Serbandini, poeta ed ex comandante partigiano, insieme a U. Silva - all'epoca caporedattore dell'edizione, subentrato a Tortorella. Silva spiega con questi termini l'importanza del premio:
"(...) il giornale doveva essere l'indice di una normale quotidianità, cancellata da anni, ma segretamente auspicata pure nel perdurare di un clima difficile di quell'immediato dopoguerra : (...) il duro balletto di minacce tra USA e URSS, il parlare a Mosca e a Washington di pace, senza convinzione intrinseca della stessa. in quel clima, bandire un premio letterario fu la conferma di una fiducia nell'avvenire, che traeva ragione dall'avventura umana e profonda dell'esperienza partigiana". (146)
* * *
(143)
Cenni sull'attività dell’Unità in Liguria, 1951, cit.., p. 16.
(144)
(Ibidem).
(145)
Tra i redattori “intellettuali” : U. Silva, Serbandini, Gaudenzi, ma anche Arturo Dellepiane e Mario Labò – si
occupano di arte – Franco Antolini – per l'economia locale – Francesco Della Corte e Alessandro Natta– per i
problemi della scuola – l'ex azionista Giulio Ubertazzi e il poeta dialettale Edoardo Firpo.
(146)
Silva U., L'avventura stupenda e agra di un giornale, cit., p. 24.
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