I labirinti che è capace di costruire la storia creano qualche volta itinerari divertenti e istruttivi.
Quale nesso infatti può legare Silvio Pellico, il carbonaro autore del romanzo "Le mie prigioni" memoriale ottocentesco della sua esperienza nel carcere dello Spielberg, Gelasio Adamoli sindaco di Genova dal 23 febbraio 1948 al 15 giugno del 1951 e Andrea Camilleri, creatore del personaggio del commissario Montalbano?
È di qualche giorno fa la notizia che l´amministrazione comunale di Brno città della nuova Repubblica ceca (capitale Praga) ha deciso di trasformare la fortezza che campeggia ai limiti del centro storico in un lussuoso albergo. Dal 1789 al 1854 la fortezza fu adibita a carcere di stato dagli Austriaci per punire i detenuti politici.
Il più alto numero di patrioti rinchiusi in quell´orribile carcere era composto da italiani. Una grande stele sovrastata da una lupa capitolina ricorda i giovani carbonari italiani che lì morirono. Pietro Maroncelli viene ricordato nel racconto di Pellico per la subita amputazione della gamba da parte di un "cerusico" estemporaneo che fu gratificato dalla vittima dell´operazione con il dono della rosa che questi teneva in cella. Nei lunghi corridoi interni, ben intonacati, in un itinerario che racconta la cruda egemonia degli austriaci sul popolo ceco ci sono belle lapidi che raccontano e tengono viva la memoria di carbonari e mazziniani della Giovane Italia che trascorsero lunghi anni in queste celle nelle quali sono conservati tavolacci di ciliegio e robusti ceppi (oggi ben ripuliti e disinfettati) a testimonianza di orrori lontani.
Nell´emozione della memoria storica e dell´impegno italiano verso la memoria risorgimentale in una stanza che illustra le presenze della autorità italiane allo Spielberg a fianco della foto di Oscar Luigi Scalfaro con ovvia sciarpa bianca, campeggia una bella foto nella quale, in prima fila, cappotto spigato con cintura ai fianchi, baffetti neri e capelli ben stirati ecco Gelasio Adamoli. Un pezzo di storia genovese. Ma anche italiana se è vero che la città di Termoli [IN REALTA' TERAMO] nel chiedere la concessione della medaglia d´oro al valore militare al presidente Ciampi ha voluto citare come eroi della propria Resistenza i fratelli Gelasio e Altobrando Adamoli che il località il Ceppo armarono un cannone per sparare contro i tedeschi in una coraggiosa operazione militare.
Diventato sindaco, Adamoli organizzò le Olimpiadi nazionali della cultura che si svolsero al circolo culturale Lumen e che videro campione lirico per "bellezza e intensità di immagini", così riferisce il Lavoro del 15 dicembre 1950, un giovane poeta, Andrea Camilleri, per la poesia "Morte di Garcia Lorca". "Nell´alba sporca di voli / e d´uomini col viso chiuso come un pugno / fu certo una cosa assai semplice / trafiggere contro un muro / la tuta azzurra di un gitano / e rompergli l´ultimo grido tra i denti. / E il verde sopra i prati fu ancora verde / dolce rimase il vento tra gli ulivi".
Non sarebbe bello per la città di Mameli e di Mazzini dimenticare lo Spielberg. È auspicabile che il Comune di Genova si associ alle tante proteste che sono partite verso Brno da molte parti d´Italia. A Fratta Polesine, paese dove è sepolto Giacomo Matteotti, l´11 novembre sarà inaugurato un convegno su "Silvio Pellico e i carbonari nelle prigioni dello Spielberg". Nel ricordare che Mazzini aderì alla carboneria con trame ordite dentro il teatro Carlo Felice, sarebbe bello che Genova tenesse bene in mano i fili della storia del nostro Paese. Gelasio Adamoli sarebbe contento di una rinnovata solidarietà e Andrea Camilleri, magari, potrebbe dedicare alla città una nuova poesia esattamente cinquantacinque anni dopo.
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