Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Oggi però, e qui riporto la conclusione del prof. Cablati nel suo libro "Fisiologia e Patologia Economica negli scambi della Ricchezza fra gli Stati", gli uomini in materia economica non solo non reclamano la libertà, ma vogliono dei vincoli sempre nuovi e sempre maggiori. Sono essi che li ricercano e combatterebbero quel governo che non li ponesse.
     Ma siccome ogni vincolo, dato il gioco della meccanica economica, costringe logicamente a porne in opera degli altri per controbilanciare gli effetti del primo, la rete si infittisce, imbarazzando i gruppi uno ad uno, sicché ognuno di essi, poi, vuole i legami per gli altri e il "laisser faire" per sè stesso, non sdegnandosi se questa libertà particolare viene infiorata da qualche speciale privilegio a suo esclusivo vantaggio!
     E lo Stato, sforzandosi di accontentare e comporre queste tendenze, le mette una a fianco dell'altra, e, così agendo, obbliga i suoi cittadini ad imparare gradatamente, con le conseguenze che ne derivano, l'economia politica.
     Cosi operando, salva la pace sociale e prepara tempi migliori, perché l'uomo politico sa che l'esperienza più salda, e che rimane più bene infissa nella memoria, è sempre quella che i singoli fanno e pagano a spese proprie.
     Oggi, sotto l'imperativo categorico del fatti, con lo "allineamento" delle monete le verità antiche riprendono gradatamente ad avvicinare i popoli alle realtà di una indispensabile collaborazione fra Stato e Stato.