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dall'officina, per formarne quell'esercito compatto che con sforzi sovrumani, logorato ma indomito, si trascinò sino sugli agognati confini per scrivervi col sangue:
« O popoli, Italia qui giunse vendicando il suo nome ed il diritto ». E noi riconoscenti e riverenti ripetiamo col Poeta:
«......beatissimi voi,
nell'armi e ne' perigli
qual tanto amor le giovanette menti
qual nell'acerbo fato amor vi trasse ?
Come sì lieta, o figli,
l'ora estrema vi parve, onde ridenti
correste al passo lacrimoso e duro ?
Parca eh' a danza e non a morte andasse
ciascun de' vostri o a splendido convito.
Oh I viva, oh! viva!
Beatissimi voi
mentre nel mondo si favelli o scriva.
Prima divelle in mar precipitando,
spente nell'imo strideran le stelle
che la memoria e il vostro
amor trascorra e scemi.
La vostra tomba è un'ara e là mostrando
verran le madri ai parvoli le belle
orme del sangue vostro ».
Giovani, i nomi sacri dei nostri discepoli periti per la causa santa della redenzione completa della Patria sono incisi sul marmo nell'atrio di questo Istituto, non come vano ornamento dell'edificio, ma affinchè vi infiammino al bisogno, come i trofei di Milziade infiammarono Temistocle fino a formarne l'eroe di Artemisio e di Salamina».