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novissima generazione fascista, che, guidata dall'Uomo in cui splende il raggio eterno della giovinezza, dimostra già agli occhi attoniti degli stranieri che noi non siamo più una cupa masnada che si rifiuta e si scaecia: siamo un popolò di oltre 42 milioni, che serba sempre nel cuore profondo, riflettente nuove nubi e nuove stelle, le tre caravelle della gloria — il nostro pane quotidiano della vigilia e della battaglia, dell'attesa e del travaglio, della mortificazione e dell'incontrastato trionfo nel mondo.
Commemorazione della . Marcia su Roma „
(28 Ottobre 1926)
In occasione del IV anniversario della marcia su Roma, il prof. di Carlo Domenico tiene alla scolaresca, presenti il Preside e i professori, una conferenza di commemorazione.
Egli dice che il 28 ottobre 1922 rappresenta una di quelle date memorande della storia che dividono due epoche distinte. Dopo aver esposte le ragioni, i moventi e lo scopo della rivoluzione fascista, e le condizioni storiche anteriori a tale data, soffermandosi particolarmente sull'opera di sabotaggio, che dai partiti sovversivi si compiva in Italia, nell'immediato dopo guerra, a danno dell'economia nazionale, dell'ordine pubblico e della Patria, egli rileva come fra tanto accecamento sorgesse inaspettato, ma desiderato, l'astro luminoso che rischiarò la coscienza nazionale, l'interprete della volontà del popolo, il Duce. Dopo aver accennato all'origine e allo sviluppo dei Fasci di combattimento egli ci porta fino alla fatidica data esponendo in breve sintesi gli atti di fede, la forza di una volontà ardita, inesora-