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ANNUARIO 1926-27
Istituto Tecnico 'V. Comi' di Teramo
Lina Rizzi e Enza Gallavotti-Damiani (a cura)
Tipografia Cioschi, 1928, pagine 109

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   del re che il successore riconosceva « per liberare l'anima d,el suo predecessore dal purgatorio ».
   Dopo queste premesse, dopo aver trattato delle varie specie di prestiti e dopo aver ampiamente parlato della politica, finanziaria nel periodo bellico, tratta della finanza post-bellica che 1' avvento del fascismo ha diviso in due periodi nettamente distinti. Il primo periodo è caratterizzato da una finanza senza direttive sicure, senza meta certa, finanza alla deriva, compromettente seriamente 1' avvenire; basti ricordare che le spese effettive le quali durante la guerra avevano raggiunto l'importo massimo di 25 miliardi (nel 1917-18), si aggirarono invece fra i 35 e i 36 miliardi nel 1920-21 e nel 1921-22. Ed a questa enorme spesa si giunse, per debolezza ed incapacità dei governanti, i quali, timorosi di fronte alle masse schiamazzanti sulle pubbliche piazze sperperarono il pubblico denaro con una disastrosa politica annonaria, col prezzo politico del pane concesso a tutti indistintamente (anche ai ricchi ed agli arricchiti di guerra) e con lo sfacelo dei pubblici servizi tutti passivi per miliardi. A provvedere i mezzi finanziari necessari a sostenere una spesa tanto enorme si ricorse alla missione di carta moneta portando la circolazione da miliardi 2.572, quale era nel giugno 1914, a miliardi 13. 87 nel dicembre 1918, a miliardi 21.475 Iie' 192I> e(l a.a contrazione di debiti. Il debito pubblico infatti da meno di 16 miliardi, quale era nel 1914, saliva nel 1922 a 91 miliardi; il debito estero era rappresentato da dollari 1.648.034,90 verso gli Stati Uniti e da sterline 589.880.000 verso l'Inghilterra. Coli'avvento del fascismo si attivò una politica finanziaria ferma, rigida, con fine arduo ma determinato: la resurrezione finanziaria dello Stato. A questo fine fu indirizzata principalmente l'azione del Governo Nazionale liberando lo Stato dalla superstite bardatura di guerra, sopprimendo il prezzo politico del pane, abbandonando la costosa politica annonaria seguita fino al 1922,

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