Rivolgo il mio cordiale saluto e il mio benvenuto ai genitori degli alunni di questo Istituto, saluto e benvenuto che mi è possibile far pervenire ad ognuno di loro, in questo momento, solo per mezzo di questo microfono.
Il rapporto Scuola-Famiglia è denso di contenuto già nella sua enunciazione perché tutti comprendiamo quanto siano importanti l’istruzione e l’educazione dei nostri alunni, dei loro figli, ecco perché solo questa considerazione, evitando per il momento ogni involuta ed indeterminata dialettica, ci consente di entrare subito nel vivo del nostro problema.
La discussione è utile, sarà utile ma per ora il nostro primo problema è di dar vita agli organi per mezzo dei quali i risultati dei dibattiti, dei suggerimenti e delle indicazioni che scaturiranno spontanee dalla nostra esperienza di scuola e di vita, possano trovare concreta attuazione e possano determinare una feconda azione sia nella Scuola che nelle rispettive famiglie.
Mi piace citare, purtroppo per ora molto fugacemente, un solo punto del messaggio di fine d’anno del Presidente della Repubblica, onorevole Saragat. “I giovani potranno contribuire a creare un mondo migliore se ascolteranno i loro insegnanti e si piegheranno sui libri per studiare e conoscere e se si adopereranno per evitare che si crei una pericolosa frattura tra loro e i loro insegnanti”.
Riportando il pensiero di Quintiliano, il Presidente della Repubblica ha ancora ricordato “la necessità che gli scolari amino i loro insegnanti non meno di quanto debbono amare i loro studi e che gli insegnanti siano considerati dagli alunni come i genitori non dei loro corpi ma delle loro menti”.
Ed ancora citando il grande educatore romano, Saragat ha detto: “Questa devozione filiale dell’allievo per il suo maestro giova enormemente ai suoi studi”.
Ecco ora le disposizioni ministeriali riguardanti l’elezione del Consiglio dei Genitori. (omissis)