Io, Prof. Giovanni Adamoli nato a Teramo il 12 ottobre 1914,
figlio di Federico mi sono recato nel settembre 1951 con zio
Umberto Adamoli a Narro comune di Casargo, provincia di Como,
situata sui monti che circondano la Valsassina, paese di origine
della famiglia Adamoli. Questa venne negli Abruzzi qualche anno
prima del 1850 nella persona di Giuseppe Adamoli.
Mi accingo a narrare le notizie raccolte 27 anni or sono quando
con zio Umberto Adamoli mi recai a Narro per rendere omaggio alla
terra degli avi per benedire il loro ricordo e per trarre dalla
loro protezione una sicura elevazione morale e spirituale della
famiglia Adamoli.
Le notizie che so per riprodurre sono tratte da appunti ricavati
in quei giorni da constatazioni personali, da lapidi, registri
conservati nella Parrocchia del luogo.
Io e zio Umberto Adamoli eravamo attesi a Narro da Luigi Adamoli,
titolare di un Ristorante Alberto, chiamato "L'Ortello"
dove sostammo durante la nostra permanenza a Narro. Vi arrivammo
quindi sul principio del settembre 1951 in una notte di bufera e
di vento sotto una pioggia incessante che rese ancor più
suggestivo il nostro arrivo, quasi il nostro Ritorno nella terra
di origine. Avevamo percorso oltre un chilometro avvolti dal
mistero e dall'incognito, dopo esser saliti con la corriera dalla
sottostante Bellano sul lago di Como verso le colline di Indovero
e di Narro, paesi colmi di cognomi Adamoli quasi a significare la
centrale della nostra famiglia, dei nostri affetti, del nostro
lavoro, delle nostre ansie protese oltre quelle colline verso il
cuore dell'Italia, in tutte le direzioni, la Lombardia, il
Veneto, la Toscana ed in particolare gli Abruzzi: Tempera,
Paganica in provincia dell'Aquila, Rocciano, la Ramiera nel
comune di Teramo e Teramo stessa. Negli ultimi decenni un ramo
della famiglia Adamoli per iniziativa di Gelasio Adamoli, dottore
in Scienze Economiche e Commerciali, comandante dei partigiani,
Sindaco di Genova, Deputato e Senatore del Partito Comunista
Italiano, nato nel 1907 e purtroppo scomparso il 30 luglio 1978
tra il rimpianto di tutta Genova e di quanti lo avevano
conosciuto, si è inserito nella vita della Liguria, a Genova,
dove nel quadriennio 1933-1937 studiava nell'Università di
Genova laureandosi Dottore in Economia e Commercio Giovanni
Adamoli, autore e devoto cultore di queste brevi notizie.
* * *
In Narro, al tempo della nostra visita viveva, titolare del
Ristorante "Muggio", molto ben attrezzato, altro Luigi
Adamoli di Carlo Adamoli e nipote di Pietro Adamoli, il quale ci
ha dichiarato di avere altri tre fratelli: Pietro, Giovanni,
Felice, e di avere i seguenti figli: Mario di anni 24, Adriano
circa 18 anni, Orfeo e una bambina Carmen di anni 3.
Ho conosciuto personalmente Giuditta Adamoli sposata Carissimo
madre di 7 figli di cui un Sacerdote Carissimo Don Fortunato del
1904 che risiede a Monza, Parrocchia San Carlo. Luigi Adamoli e
Antonio Adamoli sono suoi fratelli. Ho conosciuto altra sua
sorella Margherita Adamoli sposata Pezzati.
Adamoli Antonio, fratello di Giuseppe è morto nel 1888 a 75
anni. Margherita Adamoli Pezzati abita a Legnano Piazza Trento e
Trieste.
La signora Giuditta Adamoli vedova Carissimo abita a Monza Via
Marsala Parrochia San Carlo
Nella Trattoria "Ortello" abbiamo conosciuto un Carlo
Adamoli il cui padre si chiama Francesco. Non sa precisare in che
rapporti di parentela si trovi con gli Adamoli di Narro. Ha due
figli: Francesco ed Attilio; il primo è commerciante a Sesto San
Giovanni, l'altro ingegnere e risiede a Stabilimento di Sesto San
Giovanni.
Il figlio Francesco ha quattro figli: Enrica, Franco, Giancarlo,
Maurizio. Abita a Milano Via Morgagni 28.
L'ingegner Attilio ha tre figli: Margherita, Giovanna, Enrico.
Abita a Stabilimento di Sesto San Giovanni Via Andrea Doria 42.
Nella via centrale di Narro l'intitolazione è a Giovanni
Adamoli.
Uscendo da Narro si ammira una chiesa munita di porticale con due
logge. Sul porticale d'ingresso da un lato, scolpito in marmo si
legge:
1885
A Beneplacido
Lascio
GIOVANNA PASETTI
Narro
Sull'ingresso della Chiesa vi è una croce con sotto scritto:
SANCTAE BIRGITTAE DICATUM
Nella bordatura in pietra è scolpito sopra la porta:
P° GIVS. ADAMOLO F.F.
* * *
Padre Antonio Adamoli nato a Narro
Adamoli Comm. Francesco Ditta Sapi Tel. 289031
Sulla guida illustrata della Valsassina si legge: Adamoli Matteo
fu Giuseppe - Soldato morto a Sasso Rosso il 30.1.1918
Carlo Adamoli di cui sopra abita in Sesto San Giovanni Via
Leopardi 1 angolo Risorgimento
* * *
La sera del 1 settembre 1951 verso le ore 20,30 abbiamo conosciuto
Adamoli Costantino figlio di Vittorio che conobbe zio Umberto a
Porlezza. Egli ha dichiarato di avere due sorelle viventi con
lui: Luigia e Giuseppina Adamoli. Ha dichiarato ancora di avere i
seguenti fratelli: Giovenale Adamoli che vive in Svizzera, Piero
che morì in guerra e Antonio.
Domani forse lo visiteremo a casa e probabilmente ci darà altre
notizie.
2 settembre 1951
Io e zio Umberto, uscendo dalla Trattoria "Ortello" in
direzione di Indovero, a una cinquantina di metri sulla destra,
vi è una casa di medie dimensioni, costruzione robusta in
pietra, con davanti due sedili in pietra. Tra questi due sedili
vi è una porta formato rettangolare con bordatura in pietra.
Sopra il bordo in pietra si osserva un dipinto sacro di forma
circolare di un metro circa di diametro. Il dipinto rappresenta
una Madonna che tiene sul grembo il bambino Gesù. Dinanzi alla
Madonna è in ginocchio San Giuseppe.
(E' riportato uno Stemma con l'iscrizione GIOVANNI ADAMOLI F.F.
1865, n.d.c.)
Lo Stemma riporta l'albero del bene e del male avvolto dal
serpente.
Lo Stemma negli schemi essenziali si presenta come sopra. Da
notizie raccolte da persone del posto le famiglie più antiche e
padroni della zona sono gli Adamoli e i Pasetti. Il Giovanni
Adamoli F.F. 1865 di cui sopra nello Stemma ebbe un figlio
Sacerdote Antonio Adamoli missionario nel Cile e poi tornato a
Narro che ha abitato in questa casa. Un'altra figlia del detto
Giovanni Adamoli ha sposato un Piatti di Indovero da cui è nato
un Sacerdote Don Giovanni Piatti.
* * *
Seguono adesso alcune notizie da me raccolte e che attendono una
migliore coordinazione. Scopo della mia indagine è di
individuare eventuali fratelli del mio bisnonno Giuseppe Adamoli
che ha dato origine al ramo abruzzese.
Fratelli di Giuseppe sono Antonio e Pietro:
Giuseppe, padre di: Gelasio, Luigi, Giovanni, Aldobrando
Antonio, padre di: Fortunato, Vittorio, Vicenza
Pietro, padre di: Carlo, Amabile, Bernardo, Maria
Gelasio Adamoli è mio nonno in quanto padre di mio padre
Federico Adamoli, di mio zio Umberto Adamoli, Giuseppe, vincenzo,
Ciriaco, Antonio, Maria Gesù, Concetta, Angiolina, Allegrezza,
Argira (classe 1892 e ancora vivente alla data di oggi 8.9.1978).
Vittorio Adamoli è padre di Costantino, Giuseppina, Luigia e
Maria.
Carlo Adamoli, figlio di Pietro, è padre di altro Luigi e
Giovanni Adamoli
* * *
Sempre nel settembre del 1951 con zio Umberto Adamoli mi sono
recato, in Narro - Piazza Fragorosa - nella Casa originaria degli
Adamoli dove abbiamo visto lo stemma grande della dimensione di 1
x 1 con sopra scritto:
ARMA DE ADAMOLI 1710
Siamo entrati nella stanza dove è collocata la fotografia di
Vittorio Adamoli con la moglie Amabile Adamoli, sua cugina.
Amabile Adamoli è figlia di Pietro Adamoli e Giuseppina Merlo,
Amabile Adamoli e sorella di Carlo, padre di Gino Adamoli.
Nella stanza superiore dove molti anni prima avrebbe dormito zio
Umberto Adamoli ospite di Vittorio Adamoli è esposto il diploma
dell'Opificio di Colleganza di Venezia con sopra scritto:
AD
ADAMOLI VITTORIO
CHE PER MERITI DISINTI
CON D° 29 GENNAIO 1906
DEL PRIMO PRESIDENTE
DELLA CORTE D'APPELLO
DI MILANO
VENNE NOMINATO
GIUDICE CONCILIATORE
DI INDOVERO
E
CONFERMATO
CON D° 29 GENNAIO 1909
Vittorio Adamoli ha ricoperto a suo tempo altre cariche rilevanti
nella Pubblica Amministrazione: Assessore, Cassiere dell'Asilo,
Presidente del Patronato Scolastico, Fabriciere della Chiesa.
Nella casa originaria degli Adamoli abbiamo visitato la cucina
che probabilmente, come costruzione è rimasta intatta.
* * *
Vicino alla casa di Giovanni Adamoli abbiamo conosciuto una
ragazza Amabile Pasetti figlia di un Pasetti e Maria Adamoli, la
più giovane delle sorelle di Costantino Adamoli di cui ho già
parlato.
Nella cucina, sul focolare vi è una piastra in ferro circolare
fatta nel 1836. Vi è rappresentata un'aquila sovrastante ad una
torre
1836
Aquila
Torre
* * *
Bernardo Adamoli, fratello di Amabile si trasferì nella America
Meridionale, in Argentina, dove morì. Aveva figli i cui nomi
erano Pietro, Demetrio.
Vicenza Adamoli vedova Pasetti nata a Vicenza il 13.12.1853 e
morta a Narro il 19.2.1939.
Fausto Pasetti, figlio di Adamoli Vicenza e di Pasetti Carlo,
brigadiere che zio Umberto conobbe.
* * *
Ho visto la fotografia di Antonio Adamoli, fratello del mio
bisnonno Giuseppe, capostipite del ramo Adamoli nel teramano;
nella fotografia Antonio Adamoli è con la moglie Giuditta.
Nella fotografia di Carlo Pasetti ho visto Margherita Adamoli
nata il 1813.
Figlie di Antono Adamoli sono:
Suora Domenica Adamoli
Annunziata Adamoli
Martina Adamoli
Caterina Adamoli
Vicenza Adamoli
Abbiamo conosciuto i fratelli di Fausto Pasetti e precisamente:
Amatore Pasetti e Giuditta Pasetti.
Giuseppina Pasetti, cugina di Fausto e figlia di Domenico Pasetti
e Caterina Adamoli, figlia di Pietro Adamoli.
Don Antonio Adamoli nato il 1833 e morto il 30 ottobre 1901 è
figlio di Giovanni Adamoli; è cugino della mamma di Carlo
Adamoli che io ho conosciuto.
Antonio Adamoli suonava molto bene il violino.
Alcuni di questi appunti sono stati da me tratti da un libro o
monografia intitolata "Notizie storiche della
Valsassina" - Lecco - Tiprografia Editrice F.lli Grossi. Da
questa pubblicazione ho ricavato anche queste notizie:
Narro e Indovero formavano comune. Vi è illuminazione elettrica,
abbondanza di acque freschissime, posto telefonico pubblico ad
Indovero nella trattoria del Monte Muggio presso il Sig.
Signorelli Giuseppe. Oggi questa trattoria più non esiste. Il
nome è stato preso a Narro dall'albergo di Gino Adamoli figlio
di Carlo; il nonno di Gino Adamoli è Pietro Adamoli. A Narro vi
è l'albergo "Ortello£, dove alloggiammo io Giovanni
Adamoli e zio Umberto Adamoli nella visita ai luoghi di origine
della famiglia Adamoli. L'albergo "Ortello" condotto
dapprima da Adamoli Antonio fu venduto al fratello Luigi Adamoli
figlio di Fortunato. Ho conosciuto Luigi Adamoli e Elio (in realtà Plinio, ndc) Adamoli
che per un tempo mi scrisse ma di cui poi ho perso le notizie.
LA PARROCCHIA DI SAN MARTINO
Posta a m. 865 sul livello del mare su di un terreno assai
declive coperto di estese selve castanili, fu smembrata dalla
Parrocchia di S. Bartolomeo di Margno il 3 maggio 1472
dall'arcivescovo Stefano Nardino. La Parrocchia preesistente era
stata creata per ordine di S. Carlo. Nell'atto dal quale è tolta
questa notizia si dice:
"UT MEMORIA TRADIT HANC ECCLESIAM AEDIFICARI CURAVIT DIVUS
CAROLUS".
Il Santo arcivescovo la consacrava il 18 agosto 1582 come attesta
la seguente iscrizione:
D.O.M.
A.D. CAROLO BOR. MED. ARCHIEP.
Templum Hoc Dicatum
S. Martino Pont. et Conf.
Consecratum Fuit XVIII Augusti
Curato M. Rev. Ambrosio Mornico
Cuius Dedicationis
Dies ab eodem Sancitus Fuit
Ut Celebraretur
VII. DI. Januarii
Nel 1840 sotto il Parroco Bartolomeo Adamoli, a spese comuni e
col concorso del Popolo venne ampliata la Parrocchia di S.
Martino come fa fede la seguente epigrafe sulla fronte della
Chiesa:
Fronte et Fornice
Protexit, Produxit, Recreavit
Fidelium Munifica Pietas
M D C C C X L
(1840)
Nella Chiesa vi sono meravigliose pitture di G. M. Tagliaferri di
Pagnona
* * *
S. Brigida, Vergine e Patrona dell'Irlanda
Questo Oratorio è discosto da Narro quanto è il tirar di un
sasso in posizione gradevole per la meravigliosa vista che di là
si gode. Dista da Indovero km. 1,740 ed è a metri 997 sul
livello del mare. Michele Chiodi ed il curato Carlo Simone
dotarono questo oratorio di legati, che ora più non esistono.
Giovanna Pasetti, zia dell'autore del libro da cui traggo notizie
- Sacerdoti Pasetti Carlo e Uberto Giansevero - lasciava per
testamento una cospicua somma perché dopo la sua morte venisse
fabbricato un portico davanti alla chiesa in modo che si
congiungesse col campanile, distante dalla facciata alcuni metri.
Fu tosto eseguito nel 1884 su disegno dell'Ingegnere Francesco
Adamoli: è sostenuto da colonna di granito portante due arcate,
i cornicioni delle quali sono rappresentati da un profilo di
modanature di terracotta.
Una lapide ricorda il nome della generosa donatrice.
* * *
S. Rocco
L'Oratorio di S. Rocco sul limitare del paese di Narro nella
parte settentrionale, la cui erezione risale a epoca assai
remota.
E' stato restaurato da D. Fortunato Adamoli di Narro padrino di
cresima dello scrivente con altri benefattori.
Nel mezzo del paese vi era l'Oratorio di S. Maria oggi casa
civile.
Nell'elenco dei parroci troviamo nel 1797 Bartolomeo Adamoli che
i vecchi del paese ancora ricordano per la sua bontà d'animo e
semplicità di vita. E' lo stesso del quale esiste una lapide sul
lato sinistro della Chiesa di S. Martino da cui risulta essere
morto nel 1847 all'età di 77 anni; quindi a 27 anni sarebbe
stato Parroco per 50 anni essendo nato come si deduce nel 1770.
* * *
Cenni biografici di don Antonio Adamoli figlio di Giovanni
Adamoli
Dai cenni biografici del Venerando Servo di Dio Marco Aurelio
Grattarola di Margno. Scrittori Sacerdoti Pasetti Carlo e Uberto
Giansevero - Arti Grafiche Lecchesi Magni Peppel - 1911.
Un'altra figura di Sacerdote esimio, certo non indegna di essere
scolpita nel marmo è ricordata per molte generazioni, ci ha
presentato nel secolo decimonono la Valsassina in D. Antonio
Adamoli nato a Narro nel 1833. Aveva questi sortito da natura un
animo forte e ardente, un ingegno non comune, una memoria pronta
e tenace, doni che egli seppe svolgere ed educare, acquistandosi
una ricca suppellettile di coltura vasta e profonda e plasmandosi
quella tempra schietta e adamantina di carattere che tanto si
ammira negli atleti di Cristo.
Se fosse vissuto nell'età classica delle Crociate noi lo avremmo
visto in prima linea trascinare gli eserciti sotto la scorta del
santo labaro al grido fatidico di "Dio lo vuole" e
spezzare con la sua spada infuocata le scimitarre turche sui
campi della gloria. Invece i tempi correvano ben diversi: in
quegli anni funesti la Chiesa registrava una storia di lagrime e
di sangue... e quanti figli degeneri dovette notare!
Era il periodo del liberalismo, periodo di delirio, di viltà, di
indegne defezioni, in cui al cantico delle patrie canzoni parvero
risorgere dalle loro ceneri le orde barbariche e manomettere
quanto vi era di più santo e venerabile nel nostro bel paese,
dove tutte le volte parvero congiurare ai danni della Chiesa e
del Papato. Ma D. Antonio, uomo superiore e di una fede
inconcussa, a cui ardeva in petto una fiamma inestinguibile di
amore e di dedizione alla sede di Pietro, subito vide chiara la
via da battere, via di sacrifici, di amarezze, di desolazione, e
la percorse senza titubanze, generosamente, anzi con gioia
entusiastica passando con piede incontaminato sopra quelle
infauste miserie e mai non oscurando la sua aureola sacerdotale.
E noi lo troviamo davanti a confratelli e superiori vindice
intrepido e inconfusibile della sana dottrina, dei diritti
imprescindibili della fede e del Vicario di Cristo, rimproverare
con accenti severi, direi quasi profetici, gli errori ed esortare
con tutte le risorse della carità cristiana al ravvedimento i
traviati. Allora fu che la sua figura assurse alla vera grandezza
dell'eroismo, presentandosi in tutti i cimenti con scritto in
fronte il celebre binomio "frangar non flectar" e con
il cuore di leone sempre ripieno di santo ardire, e ora acceso di
nobile sdegno, ora divampante di vivo amore, qualche volta
eziando, nei momenti più terribili della prova e dell'abbandono,
anelante al martirio.
L'Arcivescovo Ballerini, interdetto dal regio governo, risiedendo
a Cantù, aveva avuto agio di apprezzare le virtù e il sapere di
questo sacerdote quando, dopo qualche anno di cure d'anime a
Barzio (Valsassina) si trovava coadiutore a Cuggiaco, e subito si
prese l'impegno di raccomandarlo a Monsignor Caccia, affinché
gli assegnasse speciali e delicate mansioni sulla Curia
Arcivescovile. E Don Antonio fu tra i pochi che sempre gli
stettero al fianco e mai non cessarono di coadiuvarlo e di
confortarlo fra tante pene ed angoscie. Ancora ricordiamo quanta
commozione suscitava in noi questo bravo sacerdote ogni qualvolta
con l'animo riboccante di affetto e di entusiasmo per il suo
superiore ci raccontava come ogni giorno, dimentico di ogni
pericolo a cui si esponeva, travestito da secolare, portava a
Monsignor Caccia ammalato, steso su di un letto e custodito per
gli ordini del Prefetto a Villamarina nel Seminario di Monza, il
cartello del governo della Diocesi e come quel venerando Prelato
dovesse nasconderselo in seno per non soggiacere vittima della
sorveglianza di quegli arcigni poliziotti.
E neppure possiamo dimenticare con quale radiosa compiacenza
confidasse ai suoi intimi famigliari come Monsignor Caccia avesse
accettato da lui l'offerta spontanea e incondizionata di
accompagnarlo nei dolori e nelle privazioni del domicilio coatto
o dell'esilio, ciò che non poté avere effetto per la morte
improvvisa di quell'illustre e santo prelato.
Dopo la morte di Mons. Caccia D. Antonio Adamoli, sempre acceso
di sentimenti purissimi di amore e di attaccamento alla Cattedra
di Pietro, mal soffrendo di rimanere fra tenta rovina "vox
clamantis in deserto", impotente a combattere gli immensi
mali da cui per opera del liberalismo era straziata la Chiesa
Milanese amò meglio condannarsi ad un volontario esilio in
America.
Quivi passò una ventina d'anni, fermandosi dapprima a
Montevideo; ma, non trovando neppure in quella città
quell'ambiente puro, che sospirava, s'inoltra fino nel Chili.
In quell'ultimo lembo dell'America Latina aldilà dell'Oceano,
delle Cordigliere, sulle sponde del Pacifico, trovò finalmente
quell'oasi che tanto vagheggiava e quivi sostò fissando la sua
stabile residenza nella Diocesi di Santiago. Non appena
conosciuto (specialmente per una lettera latina assai lusinghiera
che gli aveva rilasciato il suo Arcivescovo di Milano Mons.
Ballerini) fu preso anche in speciale stima e considerazione dai
superiori, dei quali poté godere l'intera fiducia. Gli furono
pertanto conferite cariche di pari titolo, quali la cura d'anime
nella Cattedrale e la direzione di vari monasteri.
Fu anche destinato alla traduzione degli Atti fra la Santa Sede e
quella Curia Arcivescovile. Negli ultimi anni reggeva la grossa
borgata di Paredones, alla quale lasciò come ricordo la
magnifica parrocchiale, la prima che si costruisse in mattoni in
quelle contrade.
Già tornato in Patria, avendo quella Chiesa subito gravi avarie
per il terreno paludoso sul quale era costruito e minacciando
rovina, contribuì con generosa munificenza ai restauri, erogando
quindicimila lire.
Sempre poi fino alla sua morte quei venerandi prelati cileni
amarono conservare con lui relazioni di affettuosa e riverente
amicizia.
Cominciando a molestarlo gli acciacchi sopravvenienti alla sua
vita indefessa e travagliosa, ritornò in Patria dove trascorse
gli ultimi anni, parte coadiuvando il vecchio Parroco di
Indovero, parte nella romitica quiete della cappellania di
Rancio.
Passò a miglior vita il giorno 30 ottobre 1901, lasciando al
nipote D. Giovanni Piatti, parroco di Acquate l'obbligo di
istituire alla sua morte una borsa di studio per un seminarista
della parrocchia di Indovero e Narro o in difetto di questo
preferibilmente della Valsassina e inoltre il mandato di alcune
regalie e legati per rialzare le corti della cappellania di
Narro.
ADAMOLI D. GIUSEPPE
Dallo stesso volume a pag. 343 nel capitolo "I Parroci di
Casargo" si legge:
Indovero mandò ancora una volta un figlio suo a reggere la cura
di Casargo nel sacerdote Adamoli D. Giuseppe. Il suo elogio si può
compendiare in due motti: fu un "Bonus israelita, in quo
dolus non fuit - e pertransiit benefaciendo".
Nella nativa Indovero lo si ricorda sempre con l'affettuoso nome
di "Il Curatino".
A Casargo dove fu esemplare Pastore 38 anni abbondanti, zelò il
buon assetto della Chiesa, v'introdusse molte migliorie, pitture
nel coro, vetri colorati, pavimento del SANCTA SANCTORUM e del
coro, il già citato quadro del Carsano all'altare di
Sant'Antonio, confessionali eleganti in Sacristia, balaustrate
nuove, arredi e paramenti e via via. Ed anche sperava di veder
sostituito alle tre antiche campane un bel concerto di cinque, ma
la morte del giusto non gli lasciò tempo di veder adempito quel
desiderio. S'intende che trovò larga e cordiale corrispondenza
nella buona popolazione e nell'istruito e attivo Coadiutore D.
Alessandro Mornico di Cortenuova, cappellano a Somadino, che poi
fu Parroco di Doria.
Provvide molte volte per dare al suo popolo le Sante Missioni e
del resto ci fu tempo che nei mesi estivi ed autunnali Casargo
pareva un Istituto di Missionari, avendo in Casa del Parroco
alcuni Oblati di Rho, tra cui il suo fratello D. Pietro Adamoli,
tutta bontà lui pure i Padri Bonacini, Saini, Moja, e più
altri, mentre nella casa del bravo Mornico...
* * *
In data 3 settembre 1951 ho conosciuto Giovanna Pasetti figlia di
Caterina Adamoli. Giovanna Adamoli di lontani anni era nonna di
Giovanna Pasetti.
Sembra molto probabile, certo anzi che un Pietro Adamoli fosse
fratello del bisnonno Giuseppe Adamoli.
In quei giorni io e zio Umberto fummo ospiti di Luigi Adamoli
proprietario di un ristorante albergo denominato
"L'Ortello" e nella parte di Narro verso la valle
esisteva altro ristorante albergo detto "Il Muggio" di
proprietà di un altro Adamoli, Gino Adamoli cugino del nominato
Luigi.
Gino Adamoli che pure visitammo ebbe a dirci che Pietro Adamoli
ebbe due figli.
Amabile Adamoli, sposata a Vittorio Adamoli, figlio di Antonio e
questi, Antonio, fratello del bisnonno Giuseppe Adamoli.
Domenico, Bernardo, Amadio, Felice, Maria, Domenica, Margherita.
Carlo Adamoli ha sposato Ruffoni Maria di Indovero ed è il padre
di Gino Adamoli, proprietario del ristorante "Il
Muggio".
Queste notizie ci furono date personalmente da Gino nel settembre
1951.
Trovo adesso tra gli appunti un tentativo di ricostruzione di
discendenze facente capo a un Giuseppe Adamoli, nato a Narro nel
1728 e deceduto nel 1804. Il nome Giuseppe è molto ricorrente
nella Famiglia Adamoli.
Può anche darsi che il bisnonno Giuseppe Adamoli del ramo
abruzzese possa trovare in questa ricostruzione un aggancio, ma
non sono per ora in grado di dirlo, avendo dovuto allora per poca
disponibilità di tempo trascrivere i dati anagrafici, solo per
Giuseppe Adamoli, di cui sopra nato a Narro nel 1728 e deceduto
il 1804; emigrato a Esino nel 1742.
* * *
Sono state raccolte notizie varie, anche da conversazioni del
settembre 1951:
La moglie di Antonio Adamoli, fratello del bisnonno Giuseppe, è
Giuditta Adamoli.
Ho visto la fotografia di Francesco Adamoli, padre di Carlo
Adamoli residente a Sesto San Giovanni. Francesco Adamoli è
morto nel 1927 all'età di 84 anni. La mamma di Francesco, Martia
Maria Gatti morì a 94 anni.
Sono le abitazioni ordinate e il babbo di Francesco potrebbe
essere primo cugino del bisnonno Giuseppe.
Abbiamo in casa di Carlo visto la fotografia di una sorella di
Don Giovanni Piatti, Suora; un'altra sorella Pia forse sarà
beatificata.
Pia, sorella di Don Giovanni Piatti, è stata 60 in servizio
presso il cugino Giuseppe Adamoli per quattro generazioni. Per
meriti le fu attribuita Medaglia d'oro.
Don Giovanni Piatti e le sorelle erano nipoti di Don Antonio
Adamoli. Pia morì a 84 anni.
Ho visto ancora la fotografia di Caterina Adamoli, sorella di
Francesco Adamoli e questi padre di Carlo.
Caterina morta a 91 anni, Martina a 72.
* * *
Il 2 settembre 1951 io Giovanni Adamoli e zio Umberto nella casa
di Adamoli Eugenio, nella cucina, sulla parete del focolare
abbiamo osservato una piastra
P. G. A.
1790
Miniera di Narro
P.G.A. sono le iniziali, come spiegatoci, di Padre Giuseppe
Adamoli
Eugenia Adamoli è figlia di Francesco, questi a sua volta figlio
di Battista Adamoli.
Questo Francesco era primo cugino del Francesco padre di Carlo.
Padre Giuseppe Adamoli è morto a 99 anni.
Il marito di Eugenia Adamoli è Giovanni Adamoli, fratello di
gino, proprietario del Ristorante "Il Muggio", ha una
sola figlia sposata Pasquine. Quindi Giovanni e Gino, fratelli,
sono figli di Carlo Adamoli che è fratello di Amabile Adamoli
sposata a Vittorio.
Giulia Adamoli vedova Regazzoni, cugina della Maria, è nata il
26-7-1857 e morta il 7-8-1926.
Piazza Fragorosa in Narro del Comune di Casargo della provincia
di Como è molto importante per gli Adamoli dei quali ricordo ed
ho segnato i numeri civici delle abitazioni nel settembre 1951:
Carlo Adamoli (di Sesto S. Giovanni)
Piazza Fragorosa n. 17 - Narro
Giovanni Adamoli
Piazza Fragorosa n. 18 - Narro
dove è lo stemma grande degli Adamoli
Piazza Fragorosa n. 19 - Narro
Costantino Adamoli
Al n. 16 - Pasetti - Narro
Una strada principale di Narro, vicino o ad angolo di Piazza
Fragorosa, è chiaramente intitolata a: Giovanni Adamoli, come
feci notare anche a zio Umberto Adamoli.
* * *
Sempre in data 2 e 3 settembre - Narro (Comune di Casargo)
Con la chiave fornitaci da Giovanna Pasetti, pronipote di
Giuseppe, abbiamo aperto la cappelletta distante una sessantina
di metri dalla Chiesa di S. Brigida.
Sulla parete interna sinistra è rappresentato San Michele che
schiaccia il diavolo.
Nella parete destra interna è rappresentato San Francesco
illuminato dalla luce che si irradia dal Crocefisso. In mezzo la
nascita del Bambino con la Madonna e San Giuseppe e i pastori che
lo adorano. In alto è scritto:
Gloria in eccelsis Deo
Nel mezzo sotto il quadro della nascita del Bambino è scolpito
nella pietra con caratteri d'oro consunti dal tempo:
A TE VERGINE E MADRE MARIA
Giuseppe Adamoli fece fare questo tabernacoletto
In segno di figliale amore
CONSACRA PROVVEDENDO ALLA SUA
PERPETUITA'
6 Giugno 1879
Nella parete esterna destra è dipinta in grande Santa Lucia con
nella sinistra il Crocefisso. Nella parete esterna sinistra vi è
un dipinto rovinato in parte dal tempo. Rappresenta in grande San
Rocco dipinto rovinato da sassate.
Il 3 settembre 1951 io e zio Umberto ci recammo di fronte alla
Chiesa grande, se ben ricordo, fuori Narro. Sul lato destro
esternamente è scolpita una lapide, sulla quale si legge:
CHI DI VOI NON RICORDA IL SANTO NOME
DI
BARTOLOMEO ADAMOLI
CHE PER 50 ANNI RESSE QUESTA PARROCCHIA
VITA INTEMERATA ZELO INDEFESSO OPEROSA CARITA'
IL RESER SPECCHIO DEL CLERO DELIZIA DEL GREGGE
PER CONTINUA ILARITA' E DOLCEZZA DI MODI
A TUTTI EI FU CARISSIMO
A TUTTI ANGELO DI CONSIGLIO E DI PACE
COLPITO DA APOPLESSIA IN BELLANO
COLA' SPIRO' NEL SIGNORE SUA CONSOLAZIONE E SPERANZA
IL GIORNO 22 FEBBRAIO 1847 DI ANNI 77
GLI FORMARONO ELOQUENTISSIMO SINCERO ELOGIO
L'IMMENSA FOLLA DI POPOLO ACCORSA AI SOLENNI FUNERALI
IL LUTTO UNIVERSALE
IL CONSENSO UNANIME LA BELLA GARA DEI
PARROCCHIANI
NEL TRASPORTARE IN MESTO TRIONFO LA DILETTA SALMA
DA BELLANO A QUESTO LUOGO OVE RIPOSA
ASPETTANDO LA BEATA RISURREZIONE
POPOLI DI INDOVERO E NARRO
MEMORI DEL PATERNO AFFETTO CHE EBBE PER VOI
E DELLA CHIESA CHE VI AMPLIO' ED ABBELLI'
UNITEVI AL FRATELLO ED AI NIPOTI
PER APPENDERE CORONE DI GRATITUDINE AL SUO MONUMENTO
E PER IMPLORARE RIPOSO ALLA BELLA ANIMA
Trovato ancora in lamiera in ferro, formato 40 x 50
D. O. M.
Joanni Baptista et Pietro
Fratribus de Adamoli
Pietate in Deo Charitate in Proximo
Ab omnibus desideratis
Annorum XCVI decessis
D. BARTHOLOMEUS et Frater
Nepotes et filii
Requiem Adprecantur
Anno Domini MDCCCXXIV 1824
* * *
4 e 5 settembre 1951 io e zio Umberto Adamoli da Narro ci siamo
recati, attraversando il lago di Como da Bellano, a Porlezza ed
Oria, dove zio Umberto, da giovanissimo aveva prestato servizio
come finanziere.
Ad Oria, sotto un porticato antico, zio Umberto salì di corsa le
scale di un caseggiato antico, Caserma della Guardia di Finanza e
chiaramente emozionato mi indicò la corsia ed il punto dove era
sistemata la sua branda.
In un ristorante vicinissimo che guardava ugualmente sul Lago
ritrovò e riconobbe una sua conoscenza giovanile, Giuseppina, e
con lei si soffermò sui ricordi del passato, in particolare di
due sorelle di cui una era innamorata di lui che, mi confessava,
aveva riamato.
Mi sembra di ricordare che zio Umberto evitò di salutare una
delle sorelle superstiti: evidentemente pur dotato di un saldo
carattere, che aveva superato tante prove, non resse all'emozione
di rievocare sentimenti tanto profondi e che certamente resero
doloroso il distacco quando nella giovanile età si allontanò
per sempre da Oria.
Di Oria zio Umberto spesso raccontava l'episodio di un suo
incontro con i contrabbandieri e la vicenda di un sacco a pelo
avuto in prestito dal babbo di Giuseppina.
Insieme costeggiando il Lago mi indicò la villa del Fogazzaro,
autore del "Piccolo Mondo Antico" e mi narrò, come, in
uno dei tanti traghetti, aveva conosciuto personalmente il
Fogazzaro, che prima di presentarsi, si era compiaciuto col
giovane finanziere, zio Umberto, che conosceva e aveva dimostrato
di conoscere a quel signore, tutti i particolari del romanzo
"Piccolo Mondo Antico".
Con zio Umberto, credo la mattina dopo, mi recai a piedi,
percorrendo un bel numero di chilometri, al Collegio Arivescovile
di Carimate, credo che questo sia il nome, collegio che gli era
stato consentito di frequentare dalla bontà dei Padri Rettori e
dove si era formato quella preparazione e quella cultura che si
mostrarono determinanti per l'ammissione all'Accademia della
Guardia di Finanza. Da questa Accademia zio Umberto uscì
Ufficiale, prima col grado di Sottotenente e poi di Tenente.
Sorvolo su altri racconti perché su questi zio Umberto si è
soffermato su un libro di ricordi rilegato e che io posseggo.
Un giorno, fra il 4 e il 5 settembre, pranzammo insieme a
Porlezza.
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