|
|
Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
CAPITOLO II
7
Nessuno certo, rammenta di aver visto, come io vidi, le signore, quando uscivano a piedi, farsi seguire da un domestico recante le borsette e il libro delle preghiere, secondo una usanza spagnolesca. Nè di aver visti rotolare i pesanti « fiacres » di piazza Fontana, unici veicoli adibiti a servizio pubblico, oltre agli omnibus che portavano alla stazione ferroviaria di Monza. Molti, invece, meno attempati di me, hanno certo passeggiato per il Corso ad ammirare la sfilata delle carrozze quando, giunte da Porta Orientale, volgevano a sinistra sul bastione, e, dopo pochi giri, si fermavano accanto alle piante; usanza anche questa ereditata dagli spagnuoli. Era cpstume pure di fare gran sfoggio di equipaggi nuovi e sfarzosi, nella prima domenica di Quaresima. I bellimbusti, i galanti, a piedi o a cavallo, si avvicinavano alle portiere per conversare con le dame. E una categoria di conoscenti doveva accontentarsi solo così di rendere omaggio all'aria aperta, o nel palco alla Scala, all'Olimpo mulièbre, senza essere ammessa ai ricevimenti nelle case.
Il dialetto era usualmente parlato da tutti, ed anzi era considerata affettazione il servirsi della lingua italiana. Non mancava però chi