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Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
zione una tinta più tetra. Essendosi adottato in Lombardia, come già dissi, insieme con tanti altri sistemi di protesta, quello di astenersi dal fumare, ciò che scemava le entrate dell'erario imperiale, nel dicembre gli studenti in massa, organizzarono una processione, nella quale gli intervenuti sfilarono per la città, ciascuno con una pipa di gesso spenta in bocca o infissa nell'occhiello dell'abito.
Un certo Briccio, professore di veterinari a^ noto austriacante, avendo schernita la dimostrazione, con l'accennare in un pubblico negozio alle pipe di gesso e dire : « ecco l'arma degli italiani », venne poche ore dopo pugnalato sul Corso, di prima sera, in mezzo alla folla; nè quantunque campasse ancora dieciotto ore, ei potè pronunziare una parola, o dare indizio dell'uccisore.
Oramai, poi, qualunque incidente serviva di pretesto a far baruffa. Una sera dello stesso dicembre, dinanzi al caffè Demetrio, in seguito ad uno schiaffo dato dal tavoleggiante ad un ufficiale, per poco non si venne alle mani. Si era già rotto il selciato, preparate le catene da sbarrare il Corso; ma i soldati si ritrassero nel Castello.