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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CAPITOLO II
   21
   AI reggimento ebbi la buona fortuna d'imbattermi in superiori che fecero quanto stava in loro per rendermi meno ingrato il nuovo servizio, incominciando dal mio capitano, il marchese Reggio, garbato gentiluomo genovese, e dal mio maggiore, il conte Eugenio di Santa Rosa, figlio del celebre Santorre. Degli altri superiori di maggior grado mi è rimasta un'impressione assai vaga, perchè tanto il generale Scozia di Galliano, che comandava la brigata, quanto il generalo Castelborgo, che comandava la divisione, si vedevano di rado e alla sfuggita.
   Quegli invece che ricordo sempre perfettamente, e la cui maschia figura, come allora la vidi, mai mi si cancellò dalla mente, è Re Vittorio Emanuele, che i soldati, con un sentimento indefinibile di affetto insieme e di orgoglio, chiamavano famigliarmente « Vittori », e che passò parecchie volte, durante la campagna, damanti alla fronte del reggimento, acclamato sempre con sincero entusiasmo da quei mille giovani.
   A formare il contingente numerosissimo dei volontari assegnati ai Granatieri di Sardegna, avevano contribuito e nobili e popolani, letterati, artisti, operai della città e lavoratori del contado.