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Episodi vissuti Raccolti da G.A. Esengrini Giulio Adamoli Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329 |
CAPITOLO XII
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mattino del quarto giorno del nostro viaggio, incontrammo una carovana di monaci copti.
Dopo aver attraversata la monotona pianura di Araba, arrivammo d'improvviso al convento, situato in una bassura ai piedi della catena Gebel-Nemura, che si stende a mezzodì lungo il mar Rosso. Un muraglione, alto una dozzina di metri, rinforzato all'interno da barbacani, e sormontato da un cammino di ronda, alla foggia medioevale, circonda il convento. Accanto al portone si erge la torre, donde è calato un cesto attaccato a una corda, a mezzo del quale si fanno salire i monaci e i pellegrini. Un tempo, nel muro primitivo, non esisteva apertura di sorta: questa fu una concessione alle esigenze moderne; ma la grave imposta non si schiude che in occasioni solenni. Tirai la fune della campana, e sul balconcino si affacciò e scomparve una testa. Poco dopo si spalancò il portone d'onore e l'Archimandrita, seguito dal corteo dei monaci, esci con lieto viso a darci il benvenuto.
Gli edifici sacri e profani, del convento, moderni, antichi e decrepiti, riallacciati e intramezzati da viuzze, scalee, cortili, orticelli, sono disseminati entro il recinto, in pittoresco