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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   Il fascino supremo, lo trovammo visitando la grotta in cui l'Eremita orava e si macerava. Guidati dal Pìranicus (un titolo della gerarchia copta) e da due monaci, ci inerpicammo per più di un'ora su di un sentiero ripidissimo. Incontrammo, prima gli avanzi dell'eremo di San Paolo, indi ci fermammo su di un minuscolo poggio all'altezza di forse cinquecento metri, donde lo sguardo spazia sull'immensità dell'orizzonte, fino al mare. Qui si apre nella roccia una fessura per la quale procedendo carponi, dopo pochi metri si trova una celletta. Nel mezzo un macigno l'occupa quasi per intero; serviva da tavolo e da altare al Santo. In un angolo un sasso è posto, su cui egli posava il capo.
   I monaci ingenui e semplici, insistettero per trattenerci almeno una settimana al convento, sollecitandoci pure di visitare i fratelli nell'eremo di S. Paolo, sperduto anch'esso nelle gole dei monti Nemura, a una giornata di cammino. I buoni frati erano commoventi quando cantavano i loro salmi, accoccolati sul suolo, con fervore ascetico, in corrispondenza amorosa e perfetta con il sentimento del precursore, loro conterraneo (S. Antonio nacque in Egitto, aGhe-