Eventuali resti di costruzioni di quel periodo, furono sicuramente inglobate nelle costruzioni successive del 500 e 600; non sono in grado di illustrare questa zona (che è parte del Castello Cadario, la quale ha molte parti in comune con il Castello Adamoli) che essendo di proprietà privata ne ha l’accesso inibito. Lo scrivente ricorda che poco distante dalla sua abitazione (quando abitava in un’ala del castello Cadario), vi era una parte del castello originario in cui vi erano due stanze abitate da un mutilato della prima guerra mondiale: in quella che era la stanza da letto, sul soffitto vi era un affresco con figure di donne discinte; nel pavimento in mezzo a questa stanza vi era l’apertura di un pozzo (chiuso da una botola) e qui, secondo la voce popolare, vi erano delle lame infisse, dove venivano gettati uomini e donne, dopo che il castellano o la castellana avevano usufruito delle loro grazie. Non so se lo scopo del pozzo fosse proprio questo, ma lo scrivente può affermare di aver visto personalmente le lame, con l’ausilio di una torcia elettrica, quando questi locali per alcuni anni furono disabitati e di libero accesso, e prima che fossero nuovamente dati in locazione (la botola venne sigillata con il cemento).
Come accennato a proposito del sotterraneo, visitato e fotografato, a destra dell’entrata vi è un altro muro in ciottoli eretto per sbarrare il passaggio del cunicolo che percorreva tutta la lunghezza del muro del lato rivolto a nord-est: infatti, all’interno di questo muro, vi fu ricavato una cantina con finestre. Lo scrivente, come ricordato, abitava in questa zona e ricorda che esisteva una scala buia che, partendo da un portico (foto 29) sbucava in quelle che furono ulteriori stalle (erette nel 500) dove, all'incirca sulla metà, vi era un pianerottolo con due porte: una dava nella cantina menzionata (che ogni tanto veniva trovata aperta) l’altra, forse, immetteva in un’altra cantina che poteva essere la prosecuzione del cunicolo all’interno del muro; lo scrivente in tutti gli anni in cui abitò in questa zona, non la vide mai aperta; sicuramente proseguiva lungo o all’interno delle mura del castello, che nel XV e XVI secolo servirono da sostegno ad altre costruzioni ivi erette (foto 30).
Un tempo vi era una sola strada che collegava Besozzo inferiore a quello Superiore, prima della costruzione di due strade che ne permettono oggi un agevole accesso (alcune strade che conducono o escono da Besozzo Sup. furono realizzate durante la dominazione austriaca); questa antica strada non era che una mulattiera, e fu trasformata nel primo dopo guerra in una scalinata, la cui cima rasentava probabilmente le mura sino a giungere nella “portaccia”. Non escluderei che anticamente anche qui esistesse una entrata nella prima cerchia delle mura.
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