Augusto Fichtner
Besozzo, il suo castello, i suoi sotterranei


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        Il terreno di fronte all’entrata odierna del mastio, forma una specie di schiena d’asino, quasi che ricopra la volta di una scala. Il proprietario mi assicura che ogni tanto nel terreno si formano delle piccole buche, come se al di sotto cedesse qualche cosa. In occasione della visita effettuata il 13 febbraio 2011, il proprietario mi ha fatto notare che, di sua iniziativa, aveva proceduto a scavare all’interno del mastio un angolo, (foto 35) poiché quello che dall’alto sembrava un pavimento, in effetti, erano macerie (quando ero ragazzino giocavo qui con il figlio del custode, e ricordo che questo ambiente era letteralmente pieno di ramaglie: molto probabilmente chi potava le piante trovava più comodo gettarle in questo ambiente attraverso il buco fatto dagli spagnoli); dopo aver scavato, formando quasi un imbuto per circa due metri, e trovando solo detriti, si è fermato, ma ha asserito che non si era ancora trovato il pavimento originale. Inoltre all’interno si può notare dalla foto 36, con un poco di attenzione, là dove il proprietario ha scavato, un’altra sporgenza del muro che corre per l’intero perimetro, quasi a formare anche in questo caso, l’appoggio per un ulteriore tavolato; in pratica sembra essere alla presenza di un ulteriore locale, pertanto sotto l’attuale entrata dovevano esserci due locali.
        Esternamente, alla base del mastio, nella parte rivolta a nord, che risulta essere la base più bassa del Mastio di almeno sei metri rispetto alla parte ove è situata l’odierna entrata, si nota l’arco di una porta, totalmente interrata dal terriccio del parco che si è formato (e in questa zona è andata distrutta una parte delle mura, per permettere un agevole accesso alla torre, dalla parte del parco); evidentemente la base della torre era molto più in basso dell’attuale. In tutto il manufatto non vi sono tracce di un qualsiasi camino per il riscaldamento. All’entrata del mastio, come già ho descritto, sulla destra, partono addossati al muro, due brevi rampe di scale cui si accede al primo piano e qui al centro, parte una scala elicoidale in pietra, che porta ai piani superiori; dal secondo piano, la scala è inserita in una specie di colonna (foto 37) fatta da mattoni: in questo locale la luce è fornita da un’ampia apertura semi sferica, posta a circa un metro e mezzo dal suolo (foto 38) e non si nota alcunché che possa far pensare che in origine potesse essere chiusa; continuando la salita, si arriva alla sommità del mastio, dove chiaramente si vede che in passato esisteva un’ulteriore piano della torre, e che la scala proseguiva (foto 39).

Nota: per quanto concerne l’andamento delle mura, recentemente ho visitato il sito Google Earth, dove si vede il nucleo storico di Besozzo, in particolare il castello, e si ha la conferma dell’imponenza dell’antica struttura e come il mastio fosse collocato sull’estrema punta della collina rivolta a sud-ovest, e come fosse inattaccabile da quel lato.