Federico Adamoli
CRONACA DI UN RAMAIO TERAMANO


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     Le stesse Soprintendenze Archivistiche hanno via via focalizzato la propria attenzione su questi fondi: sin dal 1963 la legge archivistica aveva previsto un servizio di vigilanza sugli archivi privati, che offriva gli strumenti necessari per censire anche questo patrimonio, e quando possibile, definirne con i proprietari il riconoscimento del "notevole interesse storico", passo indispensabile per impedirne la dispersione o la distruzione.
     In Abruzzo si lamenta l'assenza di studi di storia industriale di carattere generale, mentre esistono alcuni lavori di carattere monografico: tra le cause di queste lacune la difficoltà da parte della Soprintendenza Archivistica per l'Abruzzo, con sede a Pescara, di instaurare una proficua collaborazione con i detentori degli archivi aziendali; la dichiarazione di "notevole interesse storico" renderebbe tali archivi beni demaniali, sottoposti a precisi vincoli e resi di pubblica disponibilità per coloro che volessero consultarli. Da qui la diffidenza di chi vuole evitare il rischio di rendere pubblica la storia familiare, spesso contenuta in tali archivi (1).

     E' chiaro che se le grandi aziende private, in diversa misura, sono riuscite a conservare i propri archivi storici, diverso risulta il destino del materiale documentario delle piccole imprese a carattere locale. In questo senso assume quindi carattere di eccezionalità il rinvenimento di documenti contabili di ditte artigianali di modestissime dimensioni, a carattere prevalentemente familiare e con una sopravvivenza spesso molto limitata nel tempo. Privi di una pur minima importanza storica, soprattutto se non sufficientemente invecchiati, la salvezza dalla distruzione di questi documenti, se inglobati negli archivi familiari, è legata al caso ed a ragioni di carattere puramente affettivo.

(1) Cfr. Marcello Benegiamo, "Gli archivi d'impresa in Abruzzo - Fonti, problemi, riflessioni" in "Archivi privati in Abruzzo. Carte da scoprire", a cura di Franca Toraldo e Maria Teresa Ranalli, Casa Editrice Tinari, Villamagna (Chieti) 2002, pagg. 175-188.


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Federico Adamoli