Diploma relativo a una medaglia d'argento di 1° grado conferita a Giovanni Adamoli nella sezione “Arti e Mestieri” per utensili in rame, nel corso della Esposizione Provinciale Operaia di Teramo del luglio 1888
Certamente non mancano sul copialettere le notizie riguardanti le vicende familiare dei ramai teramani, alcune delle quali sono determinanti per il destino della loro attività: varia quotidianità, malattie, viaggi compiuti nell’aquilano per testimoniare in alcune cause, vacanze estive, lutti, matrimoni. Con alcuni dei clienti e dei lavoranti si discorre in confidenza, poiché esistono rapporti di parentela o di stretta amicizia: si parla delle provviste d'olio da cucina che Pasquale Amicarelli di Spoltore invia abitualmente in casa Adamoli; del formaggio che Giovanni Adamoli invia tramite Giovanni Arrigoni a Concettina, una delle figlie di Gelasio, che si trova a Giffoni Valle Piana; o ancora della spedizione di una partita di vino fatta al cugino Fortunato di Narro (il paesino lombardo che il genitore dei ramai teramani ha abbandonato quasi cinquanta anni prima, e col quale esiste ancora uno stretto legame): Giovanni fa sapere al cugino che «poiché il vino nella latta stagnata si muta, è necessario spedirlo in un barile. Ora mi dirai che qualità desideri: se lo vuoi cotto, o pure crudo bianco, o crudo nero. Spiegatemi bene come lo vuoi. Più mi dirai anche la quandità che ve ne debbo spedire. A me sta che vi sarebbe convenienza spedire un quintale osia 100 litri. Ditemi anche a quale stazzione lo debbo addrizzare: a quella di Como?».
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