Federico Adamoli
CRONACA DI UN RAMAIO TERAMANO


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     Dal canto suo Isidoro Strina, considerato uno dei migliori agrimensori di L'Aquila, viene ritenuto protagonista di un episodio di intimidazione nei confronti dell'Economo della Parrocchia di Tempera Don Andrea Biordi, il quale nel dicembre 1848, autorizzato dal vescovo, usava leggere ogni sera nella chiesa di Tempera una preghiera che aveva ricevuta manoscritta, che recitava così:

     "Mira ancora la chiesa tua sposa
     Il Capo che la sostiene è grandemente angustiato
     Lupi rapaci hanno invaso le gregge
     E le desolate agnelle vanno errando per gli attosciati pascoli
     Ed i Ministri per giunta tema della loro vita
     hanno cambiate le vesti"

     Giunta l'allusiva preghiera alle orecchie dei carbonari, fu inviata nella Chiesa una ragazza perché la imparasse a memoria. Isidoro si presenta dopo alcuni giorni al Biordi e lo invita amichevolmente a sospendere la recita di detta preghiera, ravvisandovi nei lupi rapaci i sostenitori delle idee rivoluzionarie, verso i quali per effetto delle orazioni quotidiane avrebbero potuto prodursi reazioni sconsiderate. Il Biordi si rifiuta categoricamente, affermando di ricevere ordini solo dal proprio vescovo, sottolineando comunque che l'orazione veniva eseguita per il Pontefice esule (4), e che il riferimento non era indirizzato verso le "idee del tempo", bensì semplicemente verso i nemici della religione.

     Isidoro Strina viene chiamato in causa anche da Giandomenico Centi, ex Sostituto Cancelliere del Comune di Paganica, nel quale Strina fungeva da Decurione Segretario. Isidoro viene definito dal Centi "riscaldatissimo dei così detti ultra liberali" ed è accusato da questi di aver cercato di indurlo, in occasione della elezione dei deputati, a inserire nella liste contenenti i nomi che dovevano essere prescelti dagli elettori, uomini della sua fede politica. Il Centi espone che "una tale prattica ripugnava al sentimento di mia coscienza, e mi dispiaceva essere l'organo dell'intrigo che avrebbe portato alla Camera soggetti immeritevoli, quindi mi denegai a scrivere l'enunciate liste, e lo Strina tanto fece, tanto disse per vendicarsi del mio rifiuto, fino a che mi fece togliere l'uffizio da me esercitato per lo spazio di circa tredici anni. Si prestò al conseguimento della volontà dello Strina il Cancelliere funzionante D. Antonio Mastracci, individuo questo dello stesso calibro politico, come il D. Isidoro". Tuttavia di questo episodio, esposto dal Centi nella fase di istruttoria, non figura alcuna traccia nel processo.

(4) Dopo l'uccisione del ministro Pellegrino Rossi ed i tumulti scoppiati a Roma, il papa Pio IX si era rifugiato a Gaeta. Rientrò a Roma l'anno successivo.


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Federico Adamoli