07/12/1943, Giuseppe Cameli, Roma
Roma, 7/12/43
Carissimo Umberto,
ho appena tempo di scriverti poche parole perché l'autocorriera con la quale il nostro Mario dovrà recarsi costì, è per partire.
So che in questo periodo calamitoso la tua attività di primo magistrato della nostra Teramo ti assorbe tutto e per ragioni contingenti procurano alla tua vita grandi responsabilità.
Ciò nondimeno, io non posso risparmiarti una seccatura. Tu sai che Maria, Miranda, Dante e Giorgino sono dei veri sfollati senza fissa dimora, perché non l'hanno mai trovata, neanche a Teramo, nostra città natale.
Ebbene essi, in tali condizioni, devono partire subito. Maria è pensionata a Roma e non sa come riscuotere gli assegni mensili, e deve riunirsi con me. Dante è atteso dai suoi superiori del Ministero delle Corporazioni, specialmente dal Comm. Messina, e tu sai che Miranda per le sue condizioni di salute non può star sola e deve assolutamente seguire il marito e condurre con sé il figliolo. Perciò ti prego di volerti interessare di tutta urgenza presso chi di ragione onde essi partano subito con l'autocorriera Teramo, Ascoli Piceno, Rieti, Roma.
S'intende che Mario deve accompagnarli.
Ti ringrazio di cuore per quello che farai e ti sono infinitamente grato.
Una infinità di saluti affettuosissimi a Clarice e alla buona Irmina.
Abbiti un lungo abbraccio e credimi
Tuo aff.mo Peppino
(Giuseppe Cameli)
Via Savoia, 72
|