17/04/1944, Augusta Rizzacasa, Chieti
Chieti, 17/4 '44
Zio Umberto carissimo,
vi presento il nipote della nostra fedele domestica (che sta da oltre 50 anni nella casa di mio marito). Da lui avrete notizie nostre più dettagliate. Per suo mezzo potremmo avere qualche provvista di genere alimentare, però tale giovane avrebbe bisogno del vostro aiuto per poter ritornare qui a Chieti. Non so se è nelle vostre possibilità fargli ottenere ciò che desidera, comunque vi sarò sempre grata se vi interessaste per lui anche senza raggiungere lo scopo; e vi chiedo infinite scuse per tutto il fastidio che vi arreco.
Stamane ho avuto finalmente una lettera di Papà da Roma; le notizie che mi dà sono sempre più sconfortanti nei riguardi della loro vita colà che si rende ogni giorno più difficile.
In salute, grazie a Dio, stiamo bene nonostante tutte le sofferenze e le privazioni di questi ultimi 5 mesi. Hanno spesso incursioni, ma, per fortuna, sempre nella periferia e lontano dalla loro abitazione. Qui almeno, da questo lato, siamo sicuri e la dichiarazione di Chieti “Città aperta” ha posto fine ai continui cannoneggiamenti che ci hanno reso poco piacevole la permanenza a Chieti, nel primo mese.
Per questo motivo non avremmo intenzione di lasciare tale città. Ma se la situazione attuale si prolunga saremo costretti a lasciare Chieti per la mancanza di viveri ormai incominciano a scarseggiare in modo assai sensibile.
Vi chiedo ancora infinite scuse se nelle precedenti mie vi ho chiesto il favore di agevolare qualche nostro compaesano. Si tratta di un'opera di carità nei riguardi di tanti disgraziati che, come noi, hanno perduto ogni cosa, a causa della guerra.
Vogliate gradire anche da parte di mio marito (che desidera tanto conoscervi) mille grazie per tutto l'interessamento spiegato nei nostri riguardi, e tanti saluti per tutti.
Da me abbiatevi un caro abbraccio insieme a zia Clarice con mille affettuosità per Irma.
Vostra aff.ma Augusta [Rizzacasa]
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