In un altro brano Leonardo annota: ”Invalsassina infra Vimogno ed Introbbio amandestra entrando per la via di Lecho si trova la trosa Fiume che cade da un sasso altissimoe cadendo entra sotterra ellì finisceiòl fiume, 3 millia piulla si trova pra sancto petro e vene di fero (miniere di ferro) e cose fantastiche”. Nel Codice Atlantico vengono citate le più celebri fra queste ”cose fantastiche” delle Grigne: il Fiumelatte e la Ghiacciaia di Moncodeno. La grigna è la più alta montagna ”ede pelada”
E’ stato sempre molto sentito il problema dell’identificazione dei paesaggi di sfondo raffigurati da Leonardo da Vinci nelle sue opere. E’ bene dunque, sottolineare ancora una volta come il fascino dei monti e dei fiumi della Valsassina abbiano suggestionato a tal punto il grande maestro da indurlo a riportare questi meravigliosi profili in alcune sue tavole più famose, a partire proprio dalla” Vergine delle rocce”sino ad arrivare alla più nota la ”Gioconda”, con alle spalle un paesaggio che ha destato, anch’esso, controverse interpretazioni. Vi si notano il Resegone, le Grigne e i laghi. Perfino il curioso ponticello dalle tipiche arcate di misura variabile è identificabile nel ponte Azione Visconti , di architettura assai diversa dai ponti toscani. Le osservazioni che si possono fare nella Vergine delle rocce sono i roccioni riconducibili alle guglie della Grigna settentrionale e in particolare al Sasso Cavallo e al Sasso dei Carbonari. La rappresentazione di questi luoghi da parte di Leonardo da Vinci riveste una notevole rilevanza storico-artistica, in quanto la critica è ormai concorde nel vedere nel disegno leonardesco la tradizione scientifica dell’immagine visiva, che non è più impressione della realtà ma una sua accurata documentazione. L’importanza del discorso risiede, dunque, nel fatto che Leonardo con ogni probabilità abbia raffigurato non impressioni ma immagini reali.
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