Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Secondo', Salvatore Muzzi

   

Pagina (18/636)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (18/636)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   a 6 ANNALI
   a modo le rimostranze, e gli uffici che le due fazioni raccoltesi a parlamento s'astrinsero a non invocar soccorsi stranieri, ed uscirono racconciate* E si ravvisavano avvolti nella querela medesima gli uomini di Bagnacavallo, che scosso ulteriormente ogni freno, s'avventurarono armati per lo Distretto di Lugo, e ferironvi quel Podestà (4Ottobre). Nè pareva onesto l'escluderli dalla concordia, più po-» scia che intercedevano i Conti, e fu lor conceduto li redimersi con un' ammenda leggera. Per questo arti ovvie e salutevoli la Romagna intera si tenne per alcun momento placata.
   • Al Maggio Ottaviano Eletto fu consecrato in Bologna dal suo Metropolitano, presenti i Vescovi Tommaso d'Imola e Jacopo di Comacchio, Lan«» dolfo Abate Nonantolano, il Pretore, i nobili e il popolo, e immantinenti prestò al medesimo il giuramento usitato. E un misfatto atrope a quel tem-
   r comprese gli animi d' indignazione e d'orrore, tesoro della Cattedrale, con più ricchezze deposte nella medesima, fu depredato da'malfattori notturni , ed apparvero alla mattina sul pulpito i ca» daveri dello strozzato sagrista e d' un suo nipote. Molti de' rei furon presi. Una parte soffrì la pena del fuoco, altri si salvarono dalia carcere, e il custode, creduto complice della fuga, venne tormentato a maniera che ne mori. Ma dell'attentato sacrilego vociferavasj autore Jacopo, cappellano pontifìcio e canonico della nostra Chiesa, figliuolo di Oatalano Godente; e Ramondo anch'esso canonico, ed arciprete di Sala non era immune da sospetti di favor prestato al colpevole. Nè procedevasi che lentamente dal Vescovo, quindi il Pontefice destinò Filippo Arcivescovo Ravennate, perchè gli si unisse meli istituito giudizio; e scoprendo rei gli accusati , li trasmettessero dinanzi ad esso in Orvieto, acciocché vi subissero il proporzionato castigo. La caUsa in seguito fu delegata a Piero Capricfo dei Lambertini ed a Francesco Basso Arciprete di Salu-stra (iDecembre). O fossero però turbati gl'indizi,