BOLOGNESI 63
Giacobino Rangoae, che occultamente gì' inviarono ; e gli si unì Lodovico Sanbonifazio. Prestossi in oltre alle loro viste Forese degli Àdimari colla schiera tutta degli esuli Fiorentini, che mal ridotti in Bologna, non aspiravano a meglio che ad arrischiar la lor vita per sostenerlo. Questi al momento
Prescritto stettero improvvisi a'muri di Modena, ' onde ottenuta una porta, avanzarono fino alle piazze, e si combattè d'ogni parte senza risparmio. Durarono senza sbigottirsi i Graisolfi per lunga pezza,, finché a protegger gli Aigoni comparvero opportunamente le genti di Ferrara e di Mantova, guidate dal Marchese d'Este e da Lodovico. Al loro arrivo le mischie si rinfrancarono (14 Decembre). Nè durò a lungo il contrasto. I Graisolfi stanchi, scemati e smarriti salvaronai fuor della terra, che rimase in pieno potere degli avversari. E non differirono i vinti ad appresentarsi in Bologna , e vi reclamavano i patti in vigor de' quali appariva astretto il Comune a riporre in Modena per forza d'arme quella che fosse cacciata delle due sette. S'incominciò dagli uffici, e poiché gli Aigoni non ascoltavano, si stabilì di costringerli coli' esercito. A* supplichevoli intanto furono assegnate alcune Castella poste al di qua del Panaro a' confini del Modenese , d' onde combatter gli Aigoni, mentre che i patti medesimi incisi in una pietra ed apposti al Palagio pubblico rammemoravano a'cittadini la punizione giurata degl'infrattori. Da quel principio dedussero la lor sorgente le calamitose perturbazioni che afflissero per lungo tempo il Comune , e r antica gloria ridussero a basso stato.
Emanarono in quest'anno stesso provvidenze nuove sul metodo dell'elezioni. Fu decretato che gli elettori del Podestà s'aumentassero fino a quaranta. Si prescegliessero a brevi, dieci in ciascun de'quartieri , li custodissero gli Anziani e i Consoli, il diritto loro ad eleggere cessasse col secondo giorno , e nel terzo altri sottentrassero a quelli, serbato le» stesso numero e metodo. Si procedesse con ugual