BOLOGNESI
   63
   spergiuri ed altri delitti. Pendeva tuttavia la querela commessa a Jacopo Vescovo di Faenza, quando Tommaso ricusò d' ammettere Pier di Ranuccio al possesso d'una prebenda concedutagli, mentre vacasse, dal già Legato Ottaviano. Era possente Ranuccio nella fazione de'Brizi, ed immantinenti, raccolti cinquanta forse fra nobili e popolani, venne in arme alla Cattedrale, forzò le porte , maltrattò i custodi, ed intruse il figlio nel contraddetto possesso. Nè indugiò Tommaso a gravarlo colla scomunica ; nè, ferendo i complici, risparmiò gli Anziani o il Consiglio, e lo stesso Marco de'Contar ini Vicario colà del Dandolo: e in seguito si volse al nostro Comune per protezione (4 Settembre). Esige-vanla, oltre allo splendore della famiglia, le molte benemerenze passate, più poscia i diritti cittadineschi racconfermatigli dallo Statuto. S'intimò a quel popolo che s' astenesse dagli attentati, e non provocasse la pubblica indignazione (3o Ottobre). La conoscenza delle querele fra il Vescovo e la Città, fosser criminali o civili , spettasse al Podestà di Bologna. Egli pronunciasse a norma dello Statuto, e potesse astringer le parti all'adempimento del lodo. Piegaronsi gl'Imolesi, e Tommaso infine, placato dalla dimissione spontanea che fece Pier di Ranuccio de' suoi diritti , salvo 1' appello ai Pontefice, prestossi ad un compromesso, e alla revoca delle censure.
   Grava il pubblico bando su quegli Aigoni, che imprigionarono a Brandola Piero Asinelli Pretore allora de' Graisolfi. Emendato il danno furono assoluti nel Maggio ad intercessione d'alcuni fra'Gere-mei principali (a Maggio). Perirono nel breve lasso di giorni quindici Napoleone de'Gozzadini e due suoi figliuoli, e fu detto che la matrigna d'entrambi porgesse il veleno ad essi ed al marito. Bar-tolommeo de' Principi resse Pretore i Sanesi, Bertoldo de' Balugani gli Anconitani, Errighetto Gal-luzzi i Reggiani, i Forlivesi Ramberto de' Bazilie-ri, quei di Bagnacavallo Rizzardo degli Artenisi. Annal. Boi. T. II. 5