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Annali della cittā di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   a 6
   ANNALI
   dall'intemperie, e scemarvisi la disciplina (16 Ot* tobre). Conobbero i Bolognesi il momento, e scendendo in arme a seconda sui lor navigli afferrarono le ripe ostili ed assalirono. La debolezza soverchia non lasciava a'Veneti il modo d'una difesa bastevole. Intimoriti dal numero, oppugnati senza difesa, e scemati di fino a mille e dugento che giacquero prostesi al suolo, cercarono sulle loro prore lo scampo, ed abbandonarono a'vincitori le tende, i meccanismi e le spoglie, oltre ad un naviglio di Chioggia , che fu raggiunto e predato. Contribuė alla sconfitta il valore de' Ravennati ; ma il primo vanto č dovuto a una schiera nostra composta di popolani, che non assoldati o richiesti combattevano pel solo amore della patria, e forzando il campo degli avversari portaronvi a preferenza la strage , ed il fuoco. S'ignora il nome di quelli che vi perirono. Domenico detto Gallo di Buongiovanni, Fe-trizolo de' Montanari, Giacobino Parisi, Martino Rossi, Giovanni da Vetrana e Rolando di Giacobino Sofėa, malcondotti dalle ferite morirono indi a pochi giorni in Ravenna. Perō, anche i Bolognesi non andarono immuni essi pure da que'disagi che avevano scemato il campo de'Veneti; e ne perirono, come narra Fra Salimbene, da cinquecento per le intemperie dell' aria , e pel tormento d'insetti schifosi che gli assalivano malaticci o feriti. E strano sarebbe il supporre col Ghirardacci che i Bolognesi non usi al mare assalissero un'armata intera de'Veneti in mezzo al Golfo, e la conquidessero a modo da non lasciar legno alcuno che ne recasse novella. Nč gli si deve gran fede quando narra che un Contarino nipote del Doge Lorenzo Tiepolo vi fosse rimasto ucciso, mentre le carte pontemporanee, taciono appieno questo fatto di non jpoco momento. Nč del numero preciso de' nostri, nč di chi li guidasse č ben certo. Solo si sa che venne dato stipendio a duemila cavalcatori, i quali furono oltre Po a fugare i Veneziani.
   Non perō alla gloria che 4Ģivō da quel colpo