BOLOGNESI
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l'Orsini, cacciata la parte Lambertazza, quieta la Città collo sterminio dell' intera fazione. Intanto la moltitudine voleva entrare a furore nell'Episcopio, e frugar dappertutto, e punire il Legato di colpe, che egli non aveva. Tanto'misfatto non permise il Pretore ; e colla voce propria e colla forza delle sue genti si spinse oltre fino a pigliare 1' apertura onde venivasi alle scale ; e facendo fronte al popo-lazzo , impedì eoli'aspetto proprio che non accadesse uno scandalo. Allora quella turba che ad altrui non avrebbe ceduto, fu persuasa dall'autorità e dalle • promesse d' un maestrato in che poneva fede, onde aveva opinione favorevole : e senza che alcun sinistro per allora accadesse», mitigata Pira, depose i brandi , e partissi ; restando una Compagnia delle Armi per presidio al palazzo. — Ma il Legato non si tenne sicuro di questa provvidenza: e, veduto tempo, chetamente sgombrò di colà, e prese stanza fino a miglior punto in casa di Giovanni Zambeccari (26 Febbraio).
La mattina appresso, il Proconsolo de' Notai , gli Anziani e i Consoli, e Domenico Lisignuoli difensore presso il Comune per le venti Società delle Arti e delle Armi , non impedendolo il Pretore, vollero aver chiara notizia di tanto disordine occorso, o a meglio dire, vollero sapere d'onde provenisse co tal turbolenza, chi ne fossero i capi, che gli avesse indotti a sospetti, a brandir le armi, a commettere ribalde gesta. E perchè i più turbolenti per vario indizio erano Giuliano dalle Forbici, e Giovanni da san Ruffillo orefice ; così questi furon presi, e manifestarono come fosse trattato frai capi Ghibellini di passare a Reggio e cacciarne i Guelfi, nel tempo stesso in cui i Ghibellini della Romagna dovevano muovere sopra Bologna, e di qui pure cacciare la parte di Chiesa, e mettere in sommo della ruota quelli che gemevano in basso, e travolgere in fondo quelli che gonfiavano in cima. Manifestarono inoltre che i principali del trattato erano Dinadano de'Simopiccioli, Boni neon tro dello