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in ogni lor volontà, non intendendo però in detta pace quelli che alle Calende di Marzo prossimo passato, nella Città di Bologna fecero tumulto • novità : che per raffrenare la troppa libertà delle lingue pestifere, che seminavano discordie ed infamavano gli Officiali del Comune di Bologna a fino di abbassare la parte della Chiesa e de* Geremei , dovessero i Protettori della Città con modo d' inquisizione cercare que'tali; e ritrovatili, come seduttori realmente e personalmente fossero secondo la qualità e la gravezza del fatto, irremissibilmente castigati ; ed a quelli cbe facevano e pubblicavano libelli infamatorii venissero tagliate le mani : cbe chiunque procurasse radunar genti od alzar vessilli od insegne per la Città, come pure chi facesse conventicole o cospirazioni, o portasse lettere infamatorie al Cardinale Napoleone, od ai nemici e ribelli di Bologna, ovvero da essi ricevesse lettere , ambasciate, o doni, dovesse venir punito nella vita e nella roba; e tanto il Chierico quanto il Laico: che il Capitano del popolo dovesse usare diligente inquisizione se nella Città erano banditi o ribelli nascosi o palesi; ed eesendovene, fossero fatti prigioni e dati nelle mani del Comune di Bologna ; ed anche procurassero di aver notizia di quelli tutti, che mossi da propria malizia e senza cagione si fossero allontanati dalla Città, e praticassero col detto Cardinale e con altri nemici del Comune di Bologna , contra l'onore della lor patria ; i quali, trovati, venissero banditi di pena capitale, applicando i loro beni al Comune di Bologna. Ofdina-rono finalmente che le spese soverchie fatte dagli officiali venissero moderate, e che niuno, descritto nelle Tavole de' Banditi, potesse vendere od alienare i suoi beni immobili senza espressa licenza del Consiglio e del popolo di Bologna, fra'quali s'intendessero compresi quelli che alle Calende di Marzo fecero tumulto nella Città. w
Un po'prima di questo tempo, Tordino, Paganino ed Adolfo Conti da Panico e ribelli di Bologna»