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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   . 5i6
   ANNALI
   e in sì fatto dibattimento i Ferraresi ribellaronsi all'Estense, e si diedero ai Veneziani. Per la qual cosa Arnoldo od Arnaldo Abate , ed Onofrio da Trebbio nunzi apostolici, con autorità papale scomunicarono i Veneziani. E come videro che l'interdetto non profittava, decisero di bandir loro la croce a dosso: e a nome di Clemente Papa ordinarono che l'Arcivescovo di Milano insieme coi Vescovi limitrofi, con buona scorta di sicura soldatesca si trasferissero a Bologna, dove terrebbero un concilio sopra un affare di così grave momento.
   Pertanto (20 Luglio) Raimondo di Goth Cardinale del titolo di santa Maria Nuova, e nipote del Pontefice Clemente, scrisse al Consiglio di Bologna sulle cose di Ferrara, a nome del Papa, pregando i nostri a voler cooperare perchè la convulsiva Città venisse tratta di dubbiezza, e posta, come ab antico ,, sotto il vessillo delle sante chiavi. „ E i Bolognesi commisero 1' importanza del fatto a Martino Dentani Proconsole della Società de' Notai , a Giuliano di Cambio , a Bartoluccio de' Preti, a Bibliobarigi degli Azzoguidi , Dottor di Legge, a Cervo Boattieri ed a Francesco dalle Ruote ; i quali fecero sonar la campana del popolo , e chiamatolo a raccolta , venne fatta rassegna degli uomini a piedi ed a cavallo, e consegnata la milizia al duce Diego Dalmasio, aggiuntevi le due Tribù di Porta Stiera e di Porta Ravignana. E fatto quest' apparecchio , si attese la venuta de' nunzi papali fra noi ; i quali col Marchese Francesco da Este, nimico di Frisco con Lamberto e Bernardino de'Polentani da Ravenna, coi Pagani, i Ram-berti, i Torelli, il Salinguerra, i Carrara , i Fon-tanesi e Cassone dalla Torre Arcivescovo di Milano , con loro genti a piedi ed a cavallo giunsero in Bologna, dove tennero parlamento, e convennero di levare a Frisco la Signoria, e far libera Ferrara dall'influenza de'Veneti. Concorsero a questo parere i potentati secolari ed ecclesiastici dell'Emilia e di Lombardia; e, fatta massa in Bologna»