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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   ANNO DI CRISTO 1316.
   Desiderosi i Bolognesi che nella Città loto fosse pace, e che le bisogne di parte Geremea o di Chiesa si trattassero con fedeltà e che tutto venisse governato con prudenza e consiglio, elessero centosessanta Sapienti, quaranta per Tribù, ai quali fu data facoltà piena di eseguire quanto meglio espedisse pel bene della patria (28 Gennaio). E questo avvenne ch'era Pretore Andrea dalla Ròcca d'Assisi, e Capitano del Popolo Pantalone Padovani.
   Quei di Cremona, Guelfi di parte, trovandosi vessati non poco dai loro fuorusciti Ghibellini, spedirono per aiuto ai Felsinei, ed ottennero cento cavalli e cento fanti ; i quali passando per quel di Modena (17 Febbraio) assaliti da una banda ai Ghibellini capitanati da Francesco Menabuoi Ferrarese, vennero malconci, e posti in fuga od in carcere.— E nell'Aprile un'altra banda di Ghibellini assali d'improvviso il Castello di Montacuto delle Alpi, dove si versò molto sangue, e per vari giorni consecutivi si riappiccarono zuffe con tanto accanimento, che molti del luogo furono stretti ad abbandonare le loro capanne e i loro campicelli. Per la qual cosa volendo il Senato nostro umiliar la baldanza de' facinorosi, mandò colassù chetamente Tommaso dei Chiari con trenta balestrieri ; i quali militi avendo saputo che i fuorusciti stavano in una casa presso il Castello , intenti a depredarla , cingerla d' ogn' intorno vigorosamente , ed appiccata baruffa, nove degl'irrequieti restarono morti, mentre gli altri fuggirono, e Claruccio da Monte Cuccolo, capo fazioso, rimasto in poter dei soldati, venne appeso ad un albero presso la casa che stava depredando.