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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   Bologna, col Sindaco della Città di Vinegia., per occasione delle, rappresaglie, e fra di loro si accordarono che nello avvenire si sospendessero affatto, e che i mercanti potessero liberamente con merci andare p ritornare dall' una all' altra Città.
   Era giunto l'anno oltre la sua metà , e stava Pretore pel secondo semestre Gilio de' Guglielmi. d'Assisi, ed era Capitano del popolo Meglioadduce dei Buzaccarfni da Padova, quando (4 Agosto) nac-
   3ue grandissima discordia fra esso Pretore e lo Stu-io patrio; ed erano stati offesi i Rettori della Università degli scolari, per la parte canonica e civile, ond'essi erano passati ad Argenta, trovando gli scolari disposti a passarvi pur essi. Per la qual cosa il Consiglio elesse Ambasciatori che colà si recassero, e con umili modi tenesser via di placarli: il che ottennero. Ma non appena ritornati, vennero a trattati per mantenere quiete fra la reggenza della. Città e quella dell'Archiginnasio. Ed a questo fine furono eletti alcuni Sapienti , che col Capitano, cogli Anziani e co'Consoli tutte le differenze componessero, e quanto fossero per ordinare si approvasse : senza però molestare in alcun modo il Pretore nell'ufficio suo. Essendo adunque presenti, il Vicario del Capitano del popolo, gli Anziani e i Consoli del mese , il Proconsole della Società dei Notai, il Bargello (che a quei giorni aveva l'importante ufficio di purgare la Città dai mali uomi-. ni ) il Capitano di giustizia , i Preministrali delle venti Società del popolo, i Sapienti eletti dagli Anziani, ai quali spettava la giurisdizione e la balla sopra gli articoli . i capitoli, le petizioni presentate al Consiglio dai Rettori dello Studio ; al cospetto, dico, di tutti questi si fecero le seguenti provvisioni: „ Che ogni volta che l'Università degli scolari ed i Rettori di essa, per le cose pertinenti a loro, venissero al palagio, ne avessev libera entrata; e se il Pretore o il Capitano, o alcuno di lor famiglia la negasse, incorresse nella pena di cinquanta lire per ciascuna volta che ciò commettessero ;
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